Un fotogramma del film di Dino Risi "La stanza del vescovo" (1977)
LE PISTOLE DEI FRATELLIDITALIOTI E I FETICCI DI ORIMBELLI
Roberto Chiesi
Emanuele Pozzolo, il deputato del partito governativo FdI, alfiere della sicurezza del Paese, va alla festa di Capodanno del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, con una pistola. E quella pistola, di cui è responsabile. ferisce il genero di un agente di scorta. Questo episodio - che non trovo aggettivi per definire - è la milionesima conferma di quanto sia sciaguratamente inetta e pericolosa la classe dirigente melonista. Alla quale - ricordiamolo con orrore, schifo e vergogna - la maggioranza relativa degli italiani ha affidato la guida del Paese.
Ma l'episodio mi ha ricordato una sequenza sempre attuale di un film che amo: "La stanza del vescovo" (1977) di Dino Risi, dal romanzo di Piero Chiara, ossia quando viene aperto dagli inquirenti il misterioso baule che contiene i "ricordi di guerra" di Temistocle Mario Orimbelli, il mantenuto fascista e uxoricida genialmente interpretato da Ugo Tognazzi. Ecco l'elenco degli oggetti custoditi da Orimbelli nella sua vita, elenco che Risi e Bernardino Zapponi hanno reso ancora più grottesco rispetto al romanzo:
1) Fucile Winchester
2) Pistola Machine
3) Sciabola d'ordinanza e divisa coloniale completa
4) Due baionette
5) Lo scettro di Rasmugheta, preda bellica
6) bombetta
7) un milione di lire di risparmi
biancheria femminile di Fanny
9) mutandine di Giovanna
10) reggiseno di Marie
11) fotografie di Sally, ragazza somala di tredici anni
12) ciocca di capelli di "una danesina"
13) pelo pubico di ragazza etiope
etc.
Come si vede, questi feticci corrispondono assai fedelmente ai lineamenti fondamentali della cultura di Destra che la presidenta del consiglio Giorgia Meloni, i presidenti della Camera e del Senato e tutta la classe dirigente del loro partito, vogliono celebrare come la vera, autentica cultura del più autentico immaginario della Patria.
ROBERTO CHIESI 
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