06 ottobre 2013

LE COSTELLAZIONI DI JOAN MIRO'





Melania Mazzucco – Il fascino di perdersi nelle costellazioni di Mirò

"...Questo associa le due parole magiche di Miró, la donna (qui al plurale, les femmes) e l'uccello (l'oiseau): già apparsi insieme in svariate pitture, in seguito (specie negli anni '60 e '70), sarebbero stati onnipresenti, declinandosi in un'infinità di varianti. La donna terrestre, dea madre mediterranea pagana ed eterna, simboleggia la materia; l'uccello aereo, l'artista - il volo, il canto e la libertà. (L'uomo invece non è mai menzionato da Miró, sempre solo ridotto a 'personaggio'). Nelle opere 'selvagge' degli anni '30 la donna è ancora riconoscibile - dalle curve, da un triangolo con la punta in alto, vago ricordo di una gonna svasata, dall'onda doppia dei seni. Ma nelle Costellazioni le forme sono pure, sono diventate pittografie, lettere di un alfabeto misterioso. E a spiegarle si corre il rischio di fare la fine di Éluard, che ammirò 'un simbolo solare' e si sentì rispondere da Miró che era invece una patata. Bisogna abbandonarsi alla lirica astratta di questa fantasmagoria in giallo, rosso, verde e nero, quasi un graffito sulla cenere. Immagini scaturite dalla memoria di quadri già dipinti o visione di quelli futuri...".

L'integrale del racconto di Melania Mazzucco, pubblicato oggi su Repubblica, potrete leggerlo nei prossimi giorni  su questo sito

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