09 dicembre 2013

L'AVANGUARDIA RUSSA





Primi del Novecento, se Picasso a Parigi è affascinato dall'arte africana che diventa fonte di ispirazione, a Est a San Pietroburgo e Mosca un gruppo d'artisti d'avanguardia si ritrova nei simboli dello sciamanesimo e della tradizione dell'Estremo Oriente. Le motivazioni sono le stesse, prima di tutto l'insoddisfazione per un Occidente che ha perso il senso profondo delle cose e il rapporto con il cosmo. Una ricerca di radici che diventa ricerca di senso. Una pagina poco conosciuta che ora una bella mostra a Firenze ricostruisce nelle sue articolazioni e complessità.
Paolo Russo

Quel vento d' Oriente sull' avanguardia russa
La mostra di Palazzo Strozzi è affascinante, nevralgica, di rara complessità. E viene da lontano. Fu infatti a fine Ottanta che James Bradburne, dal 2006 direttore della Fondazione Strozzi, la concepì negli Usa con noti specialisti. Come John Bowlt, oggi fra i curatori de L' Avanguardia russa, la Siberia e l' Oriente (fino al 19 gennaio), con Nicoletta Misler ed Evgenija Petrova, direttrice del Museo Russo di San Pietroburgo.

Con 130 fra dipinti, acquerelli, disegni, grafiche e sculture - di, fra i tanti, Kandinskij, Malevic, Larionov, la Goncarova, Filonov - poste in dialogo con 36 preziosi reperti etnoantropologici della Russia asiatica, la mostra ritesse la smisurata, fittissima rete di relazioni fra le culture orientali - anche esterne allo sconfinato impero: Mongolia, Persia, Siam, Cina, Giappone - e parte delle avanguardie russe, suprematismo in primis, del primo Novecento. Che, con modi ed esiti certo non univoci ma tutte egualmente avvinte dall' Oriente, vi si ispirarono, traendone irrinunciabili modelli e fondante diversità, spirituale e/o formale, dai coevi "ismi" europei. In quella enorme macchina sincretica, raccontano la mostra e il bel catalogo (Skira), agirono lo sguardo zarista a Est, le spedizioni geografiche, viaggi e collezionismo anche di tanti artisti, esotismo e cineserie, le forti migrazioni interne con conseguenti flussi di culture e religioni (San Pietroburgo inaugura, fra India e Art Nouveau, il suo tempio buddista nel 1915), fino alla programmatica resistenza all' Occidente razionale e scientifico in cui la cultura russa fra Otto e Novecento non voleva riconoscersi (e col quale farà comunque i conti).

Kandinsky, Macchia nera















Risulta fortissimo, in quegli anni, il richiamo dei russi d' Europa verso una intensa spiritualità e l' alterità - un' alterità comunque riconoscibile: la Grande Madre Russia - delle sterminate distese siberiane, della loro natura, colori e luci, dei loro antichissimi usi, popoli e riti magici, così come delle millenarie culture confinanti. Rivelatore e motore di questo "risveglio della memoria", il viaggio dello zarevic, il futuro Nicola II, che partito da Trieste il 26 ottobre 1890, visitò via mare Grecia, Egitto, India, Indonesia, Siam, Cina e Giappone, tornando - dopo aver inaugurato a Vladivostok il terminale dell' ancora erigenda Transiberiana e percorso in trionfo l' intera Siberia - a San Pietroburgo il 4 agosto 1891, con 1313 fra doni e reperti. Che nel 1893, in una mostra epocale, rafforzeranno la passione per la ritrovata sorella asiatica.

Kandinsky, Uccelli esotici



Vent' anni dopo, nella Parigi capitale del mondo, il grande Diaghilev di quella Russia arcaica, esotica e fiammeggiante, esporterà una versione di "scandaloso" successo coi suoi Ballets Russes, il carisma di Nijinski, il genio di Rimski-Korsakov e Stravinskij, pennelli e fantasia di Alexandre Benois, Bakst e Roerich, tutti ben documentati in mostra. Il cui percorso e pregio non son certo solo artistici. Tuttavia, nella sua scelta copia di opere d' arte e reperti, oltre ad un' interessante antologia di artisti russi poco o punto noti, spiccano numerosii capolavori.E si fa torto al loro numero citando solo alcuni dei maggiori: Il vuoto, Statue di sale e Natura morta con scultura della Goncarova; l' attrazione sciamanica del Kandinskij di Ovale bianco e Ovale grigio, i suoi Macchia nera e Due ovali; il Filonov inafferrabile di Cosmo, Oriente-Occidente e Occidente-Oriente; Borisov con la misterica Eclisse nella Novaja Zemlija; l' apocalittico Bakst di Terror Antiquus, fino alla spiritualità assoluta dell' immenso Malevic di Cerchio nero e Supremus n. 58.
(Da: La Repubblica del 24 novembre 2013 )






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