02 giugno 2014

SUL VUOTO LASCIATO DA ENRICO BERLINGUER




In edicola domani L'UNITA' ricorderà E. Berlinguer con un inserto speciale.

Berlinguer ricordato sul serio

Andrea Fabozzi


Novanta sono gli anni dell’Unità, novanta le pagine dell’inserto spe­ciale che sarà in edi­cola mar­tedì pros­simo, ma l’anniversario tondo in que­sto caso è un’altro: i 30 anni dalla morte di Enrico Ber­lin­guer (11 giu­gno 1984 a Padova). L’inserto è stato pre­sen­tato ieri mat­tina alla camera dei depu­tati, nella sala del gruppo Pd che è dedi­cata pro­prio alla memo­ria di Ber­lin­guer.  È in grande for­mato, bianco e nero con l’aggiunta del rosso, ed è pieno di foto­gra­fie dall’archivio del gior­nale che con­sen­tono (data l’assenza di dida­sca­lie) agli amanti del genere di diver­tirsi a rico­no­scere luo­ghi e per­sone attorno al segre­ta­rio.

L’introduzione è affi­data ad Alfredo Rei­chlin che riflette sull’attualità di Ber­lin­guer, del resto roz­za­mente ma ine­qui­vo­ca­bil­mente pro­vata dal ten­ta­tivo di Casa­leg­gio di acqui­sirlo alla cam­pa­gna elet­to­rale gril­lina. Anche nell’inserto si ragiona sul lungo ten­ta­tivo di spo­li­ti­ciz­zare Ber­li­guer, inchio­dan­dolo a quella famosa inter­vi­sta a Scal­fari sulla que­stione morale (lo fa ad esem­pio il pezzo di Luciana Castel­lina). 

Nei loro inter­venti Vel­troni (recente autore di un docu­men­ta­rio sul segre­ta­rio) e D’Alema con­cor­dano sul fatto che la vera fine del Pci non fu la Bolo­gnina, ma il fune­rale romano di piazza San Gio­vanni. D’Alema per­ché ricorda come si fosse ormai esau­rita la stra­te­gia ber­lin­gue­riana del com­pro­messo sto­rico. Vel­troni per­ché attri­bui­sce a Ber­lin­guer — il cui comu­ni­smo, sostiene, «aveva il senso di una grande uto­pia di ugua­glianza e giu­sti­zia» — la capa­cità di allun­gare la vita a un Pci che aveva già perso nel ’56 l’occasione di tra­sfor­marsi in un par­tito social­de­mo­cra­tico di tipo occi­den­tale. 

Ma nell’inserto, dav­vero molto ricco, c’è tanto altro. C’è anche chi il Pci lo sciolse sul serio, Occhetto, che pole­mizza con i com­pa­gni che a poste­riori hanno dato ragione a Craxi. Non c’è Fas­sino, in effetti. Pazienza. Ci sono Napo­li­tano, Tor­to­rella, Gotor, Pic­colo, Sardo, Bodrato, Mar­telli, Car­niti, Scola, Bar­ba­gallo, Vacca, Fra­sca Polara e tanti altri.
 
Il manifesto, 31 maggio 2014,
Leggeremo il libro, e magari lo commenteremo. Ma vogliamo dire subito che l'«esaurimento della strategia berlingueriana del compromesso storico», come avrebbero scritto i socialdemocratici D'Alema e Veltroni,  iniziò quando molto autorevoli  dirigenti del Pci ridussero la strategia del compromesso storico alla tattica dell'accordo con la DC "senza se e senza ma".  Intanto suggeriamo di leggere i tre famosi articoli pubblicati nel 1973 da Rinascita. Il Cile, l'Italia e il compromesso storico



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