09 ottobre 2014

W. Szymborska, Cambiare, purché niente cambi.





Deve essere a scelta. Cambiare, purché niente cambi. È facile, impossibile, difficile, ne vale la pena. Ha gli occhi, se occorre, ora azzurri, ora grigi, neri, allegri, senza motivo pieni di lacrime. Dorme con lui come la prima volta, l’unica al mondo. Gli darà quattro figli, nessuno, uno. Ingenua, ma è un ottima consigliera. Debole, ma lo sosterrà. Non ha la testa sulle spalle, però l’avrà. Legge Jaspers e le riviste femminili. Non sa a che serve questa vite, e costruirà un ponte. Giovane, come al solito giovane, sempre ancora giovane. Tiene nelle mani un passero con l’ala spazzata, soldi suoi per un viaggio lungo e lontano, una mezzaluna, un impacco, e un bicchierino di vodka. Dov’è che corre, non sarà stanca? Ma no, solo un poco, molto, non importa. O lo ama, o si è intestardita. Nel bene, nel male, e per l’amor di Dio.

Wisława Szymborska

da “Grande numero” (1976) in “Wisława Szymborska, La gioia di scrivere”, Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi Edizioni, 2009

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