05 dicembre 2023

UNA POESIA DI RAFAEL GUILLEN

 

Rafael Guillen


Essere un istante

La certezza arriva come uno stordimento.

Si vive per i momenti di luce. O di oscurità.

Il resto sono le ore, i fondali,

il grigiore della fatica. Il resto è niente.

È un momento. Il corpo si disabita e smette

di essere la trasparenza con cui vede se stesso.

Si incorpora nelle cose; diventa materia estranea

e possiamo sentirlo da un luogo remoto.

Ricordo un istante in cui Parigi

mi cadde addosso con il peso di una stella spenta.

Ricordo quella pioggia totale. Parigi è triste.

Tutto ciò che è bello è triste finché esiste il tempo.

Vivere è fermarsi con il piede alzato,

è perdere un passo, è guadagnare un secondo.

Quando guardi passare un fiume, non vedi l'acqua.

Vivere è vedere l'acqua; fissare il suo rilievo.

Il mio vagare poggiava sul parapetto di ferro

del Pont des Arts. Improvvisamente, la vita balenò.

Pioveva sulla Senna e l'acqua, crivellata,

era diventata pietra, cenere di lava indurita.

Niente altera il suo ordine. È solo un battito

dell'essere che, a sorpresa, diventa percepibile.

E dentro si sente la compattezza del ferro,

e noi siamo lo sguardo stesso che ci trafigge.

La lucidità sceglie i momenti inaspettati.

Come quando in sala proiezioni un guasto

interrompe l'azione, lascia un fermo immagine.

Presto il ritmo continua. E la caduta continua.

La pesante sagoma del Louvre non si adattava

allo spazio. Era installata in una

parte di me, era un pezzo di quella coscienza totale

che trafiggeva la certezza assoluta con il suo raggio.

Essere un istante Essere immersi tra le altre cose

che sono. Dopo non c'è niente. Dopo l'universo

continua la sua morte circolare nel vuoto.

Ma per un attimo si ferma, vive.

Ricordo che pioveva su Parigi. Anche gli alberi

erano eterni sulla riva. Dopo un secondo,

le acque ripresero il loro corso e io, ancora una volta,

le guardavo, senza vederle, perdersi sotto il ponte.

(da Confini, 1971)

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Rafael Guillén (Granada, 27 aprile 1933 – 4 maggio 2023), un poeta spagnolo della Generazione del ‘50. Contribuì a rivitalizzare la poesia andalusa del dopoguerra fondando e dirigendo nel 1957 la raccolta di poesie Veleta al Sur, La sua poesia si interroga sull’amore, sul tempo e sul mistero della vita. Leonardo Sciascia ha amato la sua poesia.

 


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