Poche ore fa, Ousmane Syllan, guineense, si è tolto la vita all'interno di
un maledetto Cpr, quello di Ponte Galeria, a Roma, sul muro del quale ha
lasciato un suo ritratto e una scritta: «Per favore, riportate il mio corpo in
Africa, mi manca tantissimo il mio Paese, mi manca tantissimo mia madre. Le
forze dell’ordine italiane non capiscono nulla, nemmeno la mia lingua. Non ne
posso più, voglio solo che la mia anima riposi in pace».
Così muore un ragazzo di 22 anni, suicidato dal razzismo di Stato di questo
Paese.
Privato di ogni speranza.
Annichilito.
I Cpr sono un buco nero del diritto, un inferno, da ogni punto di vista.
Vanno chiusi.
Sarebbero già dovuti essere tutti chiusi.
FRANCESCA PILI
Leggete pure: https://www.cronachediordinariorazzismo.org/ousmane-sylla-il-sogno-di-una-vita-infranto-dalla-detenzione-amministrativa/
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