«Amore, oggi il tuo nome
al mio labbro è sfuggito
come al piede l’ultimo gradino…
Ora è sparsa l’acqua della vita
e tutta la lunga scala
è da ricominciare.
T’ho barattato, amore, con parole.
Buio miele che odori
dentro diafani vasi
sotto mille e seicento anni di lava –
Ti riconoscerò dall’immortale
silenzio.»
Cristina Campo, “Amore, oggi il tuo nome”, da “Passo d’addio”, in “All’Insegna del pesce d’oro”, Scheiwiller, Milano, 1956
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