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Nigrizia
Persone minori non accompagnate, a centinaia, costrette a lavorare come soldati-schiavi per i cartelli della droga. Risposte di sfruttamento umano alla crescente domanda di cocaina del continente europeo. È quanto denuncia The Guardian pubblicando un’inchiesta ad hoc, che punta il dito contro la schiavitù su scala industriale di bambine e bambini africani – per lo più provenienti da paesi del Nordafrica, Marocco e Algeria in primis – assoldati dal racket della coca che opera in maniera capillare in Europa occidentale.
Da Parigi a Bruxelles, il mercato della cocaina vale 10 miliardi di sterline. L’allarme, lanciato dalle agenzie che proteggono l’infanzia, parla di organizzazioni criminali che si avvalgono di minori vulnerabili che oltre a diventare agenti della malavita vengono sottoposti a torture e stupri, nel caso non riescano a vendere abbastanza droga. Denunce arrivate alla polizia UE che, insieme ad agenzie britanniche, alle Nazioni Unite e all’Europol, ha iniziato a incrociare fonti e dati.
Secondo i dati disponibili molti fra i 15.928 minori non accompagnati arrivati in Europa nel 2022 sono letteralmente scomparsi. Diventati invisibili per colpa del mercato delle droghe. La polizia federale belga, in un report per Europol, afferma: «Migliaia di minori stranieri non accompagnati attraversano ogni anno i confini dell’UE, scomparendo senza lasciare alcuna traccia. Molti di loro vengono “catturati” da circoli criminali per sfruttarli, il che peggiora i loro traumi».
Anche Save the Children accende un faro sulla questione delle persone minori non accompagnate, lanciando, in occasione dei campionati europei di calcio, la campagna “La partita decisiva”. L’invito è ai tifosi, cui si chiede di sostenere la propria squadra e chiederle di mobilitarsi «affinché l’Unione Europea possa rivelarsi campione di solidarietà, offrendo aiuto e protezione a bambini e bambine in fuga da guerre, violenza e povertà».
Quest’anno in Italia sono sbarcate oltre 3mila persone minori straniere non accompagnate, un numero importante, che corrisponde al 13% del totale delle quasi 23mila persone arrivate via mare. Alla vigilia del fischio di inizio del campionato, Save the Children ha ricordato che le “partite” importanti non si tengono solo sui campi di calcio, dentro gli stadi, ma in campi più vasti che ci riguardano, dove si “giocano” ogni giorno «i diritti di quei minori che, ai confini dell’Europa, sognano solo di poter essere bambini».
Fonte: Nigrizia
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