Da @cittapasolini condividiamo con tutti voi questo meraviglioso pezzetto dell'opera teatrale “Pilade” del nostro Pier Paolo:
era come noi avevamo stabilito in cuore
che la Diversità doveva essere. Ossia:
noi vedevamo in lui uno di noi
- niente altro che uno di noi -
dotato di una misteriosa grazia.
Infatti, ci sono, tra gli uomini, ideali comuni:
sappiamo cos’è la fedeltà, la lealtà,
il disinteresse, la passione - ma è raro
che applichiamo a noi tali ideali...
E quando capita che qualcuno
li viva nella sua vita - nei suoi occhi
e i suoi atti - allora pensiamo
che si tratti di un dono divino.
Pensiamo che sia, semplicemente, la sua natura,
nata con lui, senza che gli costi nulla
- come nulla costa a noi la nostra.
Pensiamo, insomma, ch’egli sia com’è -
cioè un uomo ideale - senza che ciò contraddica
le semplici norme umane.
Coro: Ma, che cosa c’è invece in lui, ora, al posto
di quella grazia che noi gli attribuivamo?
Vecchio: La Diversità, appunto. Ma la vera diversità, quella che noi non comprendiamo
come una natura non comprende un’altra natura.
Una diversità che dà scandalo.
Pasolini durante le rappresentazioni di “Orgia” (1968/69) nel Deposito d'Arte Presente dello Stabile di Torino © Vitaliano Davetti/Stabile di Torino/Tutti i diritti riservati
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