07 ottobre 2014

DO YOU REMEMBER FEMMINISMO?


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Do you remember Femminismo?- Bénédicte Martin e i cazzi per la testa di Micromega

Un Prix Femina
di
Francesco Forlani

La Francia, si sa, è terra di femminismi. Uso il plurale perché la sua galassia si compone di linee di pensiero, personalità, narrazioni talmente diverse che non è possibile immaginarla come un’unità leggibile e fruibile in quanto tale. Ecco perché dire femminista significa impiegare una categoria talmente generale da comportarsi come un concetto vuoto utile al massimo per una caricatura.
Quando si parla di femminismo si deve allora sempre pensare a delle dinamiche, dei movimenti che, pur condividendo un orizzonte di senso comune, diciamo quello della condizione femminile, di fatto affidano a una narrazione propria e a una propria interpretazione la comprensione e trasformazione di quello stesso orizzonte.
Una caratteristica di questi movimenti, per esempio, è la capacità di produrre nella società, grazie a strumenti essenzialmente giuridici,  piccole grandi rivoluzioni in grado di conquistare dignità di vita e di pensiero per quella “condizione”. Il corpo e non poteva essere altrimenti, diventa il teatro delle battaglie più importanti come dimostra il fatto che le mouvement de liberation des femmes ( MLF ) in Francia sia nato intorno al tema dell’aborto, nel 1970 affermandosi con il celebre Manifeste des 343, del 1971 cui aderirono Simone de Beauvoir, Catherine Deneuve, Jeanne Moreau, Françoise Sagan, Delphine Seyrig, solo per citarne alcune.
I femminismi francesi si  sono nutriti poi del pensiero e dell’azione di Julia Kristeva, Hélène Cixous, Luce Irigaray,  che si smarcano per esempio da quello “égalitaire” di Simone de Beauvoir per fondare un feminisme de la différence. A tale filosofia che in sintesi rivendica la doppia natura del maschile e del femminile, dell’identico e del differente, in nome di un dualismo fondatore di un pensiero autentico, si rifanno in italia Luisa Muraro e Adriana Cavarero , fondatrici  negli anni ottanta della magnifica esperienza della comunità filosofica femminile “Diotima”. E come battitrice libera andrebbe almeno ricordata Elisabeth Badinter, assai controcorrente.
Così, per tornare in Francia, nel 2003 è esploso l’ultimo movimento femminista, denominato “Ni putes ni soumises” con la famosa Marche des femmes contre les ghettos et pour l’égalité, in omaggio a Sohane Benziane, ragazza di 17 anni, bruciata viva da un gruppo di suoi coetanei. A questo movimento si riallaccia anche tutta la questione della violenza sulle donne, tema tutt’oggi di triste attualità.
Questa introduzione, a grandissime linee e di densità concettuale sconcertante, serve a creare un contesto rispetto a un doppio evento culturale di attualità in questi mesi, nei due paesi in questione, l’italia e la Francia. In Italia, l’esordio sulle pagine di Micromega, una delle più importanti riviste della sinistra intellettuale italiana, della pornostar Valentina Nappi e in Francia l’uscita di un libro che ho trovato audace e interessante se letto come chronique della condizione femminile, di Bénédicte Martin.
Per chi non avesse avuto la fortuna di leggere Valentina Nappi consiglio uno dei suoi ultimi articoli, intitolato serenamente A me piace il cazzo . L’articolo vale la pena e aggiungo che al di là dell’effetto facile di meraviglia per il buco dello schermo da parte di una protagonista di quel mondo che è dietro lo schermo mentale di tutti noi, pornografi più o meno coscienti, la sensazione che ho, nel fondo, è che si tratti di una rivincita o del tentativo di un riscatto, da parte dei benpensanti della Gauche nostrana rispetto ai femminismi di oggi e di ieri. Ho come l’impressione, e questo mi piacerebbe condividerlo con voi, che si tratti di una manipolazione della pur meritevole autrice per sferrare un bel fendente alle femministe o alla caricatura che si ha di esse. A me interesserebbe sapere cosa ne pensi Luisa Muraro, per esempio, ma per il momento sarei ben felice di sapere cosa ne pensiate voi.
in conclusione, non essendo ancora tradotta l’opera di Bénédicte Martin e non volendo vanificare, traducendolo, il lavoro dei traduttori che a quest’opera, lo spero, ci lavoreranno, vi propongo, nella sua lingua originale, il sommario del libro La femme, invitando i lettori francofoni a procurarselo, perché vale, perché è originale, perché è onesto.

Sommaire
Avant-propos
De Colette à Warm Up
De la jupe
De la contraception
De Lolita à Sappho
De la profanation du temple (virginité et amants du passé)
Du célibat
Du poids
De la beauté
De l’addition


De l’avortement
De la poitrine
De la chevelure
De la masculinisation
Du shopping
De la presse féminine
De la demande en mariage
De la famille
De la cuisine
De l’argent
Du travail
De l’amour
De la maternité
De la procréation, de la reproduction
De la maîtresse de maison
De la chair
De la séparation, du divorce
Des accusations
De la domination
Du machisme et de la misogynie
De la galanterie
De la violence
De la garde des enfants
De la solidarité féminine
Du viol
Du gynécologue
Des beaux-pères
De l’alcool
De la folie
Du ministère de la Condition féminine
Des mauvais combats du féminisme
Du féminisme
Des Femen
De la prostitution
De la théorie du genre
Des salopes et des chiennes
Du couple qui marche et de l’amour heureux
De l’infidélité
De la littérature
De l’écriture
De la colère des femmes Électre
Des héroïnes et des grandes brûlées
De la religion, de la dévotion
De la vieillesse
De mon fils
De la mort

© Editions des Equateurs : 2014”


7 ottobre 2014
Pubblicato da
in  http://www.nazioneindiana.com/2014/10/07/do-you-remember-femminismo-benedicte-martin/

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