06 luglio 2024

PASOLINI PARLA DELLE GIOIE PIU' GRANDI DELLA SUA VITA

 


Da una intervista di MARIO FARINELLA (giornale l'ORA) a PASOLINI

- Dall'”Usignuolo della Chiesa cattolica” alle “Ceneri di Gramsci”, da “Una vita violenta” al suo ultimo “Empirismo eretico” ne è corsa di acqua sotto i ponti. Ha pensato di tentare un bilancio della sua vita di scrittore?

 

- “No, ho sempre evitato di fare un bilancio perché lo trovo una cosa crudele e forse inutile. Io penso che uno scrittore o un uomo debba dare tutto quello che ha senza fare i conti. Se ha potuto dare tanto, ha dato tanto; se ha potuto dare poco, ha dato poco. Fare un bilancio mi sembra un atto moralistico nei propri confronti. È crudele, forse inutilmente crudele”.

 

- Quali le gioie, quali le amarezze che più hanno lasciato il segno nella sua vita d'uomo?

 

- “Le gioie più grandi sono i momenti in cui mentre scrivo sento che sto scrivendo delle cose che riescono, che valgono. Oppure quando giro un film, quando sento che sto girando una scena, una inquadratura che ha un certo valore poetico. Questi momenti impagabili; sono i più belli della vita. Io credo che gli altri momenti belli siano dati dalla solitudine riempita dall'eros, dalla vita erotica. Sono le due cose per cui val la pena di vivere”. 

📰 Mario Farinella. "I fulmini di Pasolini" su "L'Ora" 11 dicembre 1972, p.3.

Nessun commento:

Posta un commento