14 aprile 2025

ROSELLA CORRADO SULL' EREDITA' di FRANCESCO CARBONE

Pubblico di seguito il testo dell'intervento svolto ieri da ROSELLA CORRADO, al Castello di Marineo, in occasione della presentazione del libro dedicato alla memoria di Francesco Carbone: QUALE EREDITA’ DA FRANCESCO CARBONE? Il Convegno svoltosi all’ARS l’1 dicembre 2023, organizzato dal Centro Studi e Iniziative Marineo di Franco Virga e dal Museo delle Spartenze di Villafrati di Santo Lombino, (preceduto da altri due convegni svoltisi il primo a Villafrati il secondo a Marineo) ha contribuito a far conoscere molteplici aspetti della personalità di Francesco Carbone, della sua vita, del suo lavoro di intellettuale, artista, critico d’arte, promotore culturale, antropologo, ricercatore, organizzatore teatrale e regista di teatro sperimentale. Attività inscritte tutte in una dimensione politica dell’operare, politica intesa nel senso più alto e lato del termine, poiché l’operare di Carbone era tutto rivolto alla presa di coscienza e alla crescita civile degli abitanti del Territorio di Busambra. Per me il Convegno è stato particolarmente importante. Quando per via ereditaria io e mio marito abbiamo ricevuto un quadro di Francesco (Il pastello Tramonto ai Tropici), l’ho consegnato al corniciaio per sostituirne la cornice. In questa circostanza sono stati rinvenuti, sotto il pastello, quattro dipinti, due su tavola, due su cartoncino. Grande è stato lo stupore, l’emozione, la gioia di questa scoperta inaspettata, che ho comunicato subito alle amiche invitandole a venire a vederli, ma un pensiero mi rattristava: questi quadri non sarebbero mai stati conosciuti fuori dalla mia cerchia familiare ed anche la modalità del ritrovamento, così singolare, sarebbe rimasta soltanto un bel ricordo: per me. Accade poi che Franco Virga, incontrandomi un giorno in portineria mi dice sbrigativo: il convegno su Ciccio si farà, scrivi un pezzo sui quadri che hai trovato. Così nel raccontare la meraviglia del ritrovamento ho voluto offrire una mia lettura della fase pittorica figurativa di Francesco, risalente ai primi anni Sessanta, attraverso i dipinti, sette in tutto, a me pervenuti. I quadri sono legati al soggiorno in Africa e in Sudamerica di Ciccio e di quelle terre recano i colori forti e contrastanti ma rivelano anche il vissuto doloroso di Francesco e la sua inquietudine, mai rassegnata. Mentre raccontavo e descrivevo i quadri è sorta in me l’esigenza di capire le ragioni, qualora ce ne fossero, del nascondimento – casuale o voluto? – operato dall’artista. Queste ragioni vengono riprese e citate da Ketty Giannilivigni nella bella recensione intitolata QUALE ALBA PER GODRANOPOLI? dedicata al volume FRANCESCO CARBONE in memoria. E’ alla sua interpretazione di quell’occultamento che è bene prestare attenzione: . Continua Ketty: nascondere i primordi creativi nella melanconia di un tramonto appare di per sé un’operazione artistica; anzi, a una rilettura attenta della figura di Francesco Carbone, mediante gli scritti presenti nel volume, questo occultamento può svelare i tratti di un modo di vivere ed operare nel mondo di qualità non comune e conclude dicendo che forse l’intera eredità materiale, immateriale e spirituale di Carbone andrebbe riletta in quel gesto di affidamento al Tramonto ai Tropici delle opere sepolte al di sotto del quadro incorniciato. Un gesto da considerare alla stregua di un messaggio all’interno di una bottiglia dato in custodia alle acque da un naufrago. Ma ci sarà qualcuna/o che rinverrà la bottiglia e il messaggio al suo interno? E nel caso in cui ciò avvenisse questi sarebbe in grado di interpretare la missiva? Ebbene, io credo che i 15 relatori del Convegno tenutosi all’ARS abbiano dimostrato che l’eredità - umana morale artistica civile e politica - di Ciccio non è andata dispersa, anche se l’eredità più grande contenuta, concentrata, nel Museo etnoantropologico della Civiltà agropastorale e contadina GODRANOPOLI non è ancora stata del tutto raccolta e fatta rivivere come merita. Il Convegno dell’ARS però ha acceso i riflettori su Godranopoli, il Museo è stato già acquisito dal Comune di Godrano e la Regione Sicilia ha stanziato un finanziamento per il suo recupero edilizio e funzionale. E’ un’opportunità che la giunta comunale godranese ha colto comprendendo bene che Godranopoli è un fattore identitario per il piccolo paese di Godrano. Per Francesco Carbone GODRANOPOLI era un IMPERATIVO TERRITORIALE e L’imperativo territoriale è un’esigenza che appartiene al luogo di origine come è scritto nel cartiglio del bellissimo Manifesto di cui Ciccio mi fece prezioso dono alla fine degli anni Ottanta. All’interno di un elaborato cartiglio dell’Università degli studi di Palermo (con timbro e firma del direttore dell’Opera universitaria) una imperiosa freccia indirizza verso Godrano e il Centro Studi e documentazione Godranopoli. GODRANOPOLI campeggia nella parte inferiore del manifesto con le parole chiave: “Immagini segni e momenti della comunicazione territoriale”. Il timbro del Centro e la firma autografa di Francesco Carbone sono posti accanto all’impronta digitale e al segno di croce di tal … Giuseppe fu Francesco residente a Godrano, la cui identità è attestata da Carbone. Questo manifesto mi sembra una sintesi perfetta dell’idea di Cultura di Carbone, senza barriere e compartimenti stagni, senza gerarchie, ma basata sulla comunicazione, la circolarità e la interconnessione dei saperi. Questa è forse l’eredità più importante di Carbone che solo il Museo Godranopoli aperto sul territorio, così come Francesco lo aveva concepito, potrebbe mantenere in vita. Quale vita futura per Godranopoli, vorrei che fosse oggetto di dibattito. ROSELLA CORRADO

Nessun commento:

Posta un commento