Il
saluto in arbëreshë, l'incontro con uno dei superstiti della strage di
Portella: la giornata di Mattarella a Piana
Federica Virga Giornalista, 18 ottobre 2024
La visita del Capo dello Stato assieme al presidente
dell'Albania Bajram Begaj. Il buongiorno nella lingua della tradizione:
"Faalem, miremengjes, i nostri popoli legati da un rapporto di
fratellanza". A tu per tu con il 93enne Serafino Petta, scampato
all'eccidio del primo maggio 1947. Deposta una corona di fiori al memoriale
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"Faalem, miremengjes". Il presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, dà il "buongiorno" in lingua
arbëreshë alla comunità di Piana degli Albanesi, durante la visita che si è
svolta stamattina. Con lui il presidente dell'Albania Bajram Begaj. Ad
accoglierli il governatore della Regione Renato Schifani, il sindaco di Palermo
Roberto Lagalla, il prefetto Massimo Mariani e il sindaco di Piana Rosario
Petta, insieme a un coro di bambini con addosso gli abiti tradizionali
albanesi. La giornata è continuata a Portella della Ginestra, dove i due Capi
di Stato hanno incontrato Serafino Petta, superstite della strage dei
lavoratori.
Arrivato direttamente da Roma, Matterella ha tenuto il suo
discorso davanti alla comunità locale: "Signor presidente della Repubblica
di Albania, autorità, care concittadine e cari concittadini, falem, mirëmëngjes
- ha detto -. Un saluto al sindaco di Piana degli Albanesi, e attraverso di lui
a tutti i suoi concittadini. Un saluto a tutti i sindaci delle comunità
arbëreshë d'Italia, qui presenti. Sono grato al cardinale Montenegro per
l'ospitalità e ringrazio il professor Mandalà per il suo intervento. Ringrazio
il coro dei ragazzi che hanno cantato gli inni nazionali albanese e italiano e
che ci hanno accolto con un bellissimo canto della tradizione arbëreshë. Piana
degli Albanesi - capitale della cultura arbëreshë in Sicilia - ci fa sentire
insieme a casa, membri di una stessa comunità: albanesi, italiani e
italo-albanesi".
Dopo l'incontro in piazza Vittorio Emanuele, i due Capi di
Stato si sono spostati a piedi verso il museo della cultura arbëreshe Nicola
Barbato. Poi la visita al museo e un giro alla cattedrale di San Demetrio
Megalomartire per l'incontro al teatro del Seminario. "Un'occasione per
confermare, ancora una volta, la grande amicizia e collaborazione che
intercorrono tra Albania e Italia - ha sottolineato Mattarella -. I nostri
popoli sono legati da un rapporto di fratellanza, a cui contribuiscono fortemente
le comunità arbëreshë presenti in Italia. Da oltre 500 anni, queste comunità
mantengono, con grande determinazione, il patrimonio culturale della propria
origine. E questa straordinaria condizione suscita sincera ammirazione. Di
discendenza albanese, ma da lungo tempo italiani, gli arbëreshë hanno infatti
conservato con orgoglio le antiche tradizioni, i riti religiosi, la lingua
stessa della terra materna".
Il primo incontro tra Mattarella e la
comunità arbëreshë
Il Capo dello Stato si è lasciato così andare ad aneddoti
legati al suo passato. "Il mio primo momento di contatto con la comunità
arbëreshë risale a quasi settanta anni addietro, nel 1957 - ha detto -. Avevo
sedici anni. Da quando ero bambino vivevo a Roma e, in occasione della
ricorrenza dei duecento anni dalla morte di padre Giorgio Guzzetta,
l'associazione degli arbëreshë residenti nella capitale ("Vatra e
Arbreshvet") ne organizzò una solenne commemorazione, nella Sala del
Borromini dell'Oratorio filippino della Chiesa Nuova, con la presenza di un
ampio numero di cardinali e vescovi. Era stato chiesto di farne la rievocazione
a mio padre, Bernardo Mattarella. Andai ad ascoltarlo e, in quella occasione,
oltre al ricordo della figura di Giorgio Guzzetta, conobbi due persone che in
seguito avrei rivisto più volte: monsignor Giuseppe Perniciaro, a lungo amato
Eparca di Piana, e Rosolino Petrotta, stimatissimo medico e deputato
all'Assemblea regionale. Fu proprio padre Giorgio Guzzetta a fondare, a Palermo,
il seminario greco-albanese trasferito nel dopoguerra a Piana e di cui siamo
oggi ospiti. Si realizzò così in Sicilia un vero centro della cultura e della
religiosità arbëreshe. Tanti sono i volti illustri dell'Italia che questa
cultura ci ha donato. Ricordo il poeta e linguista Giuseppe Schirò, il
sacerdote e filologo Demetrio Camarda, il patriota e statista Francesco
Crispi".
La visita a Portella della Ginestra col sopravvissuto
alla strage del '47
La giornata è proseguita a Portella della Ginestra, dove
Mattarella e Begaj hanno incontrato Serafino Petta, 93 anni, sopravvissuto alla
strage del 1947. Accanto al memoriale delle vittime, dove hanno poi deposto una
corona di fiori, Serafino Petta, in sedia a rotelle, accompagnato da una
delegazione dell'associazione parenti delle vittime e superstiti della strage
di Portella della Ginestra di cui è presidente onorario, ha detto poche ma
emozionanti parole: "Ero lì. Ricordo ancora oggi, come se fosse ieri, quei
momenti". Quando la banda di Salvatore Giuliano sparò contro una folla di
contadini riuniti per celebrare la festa dei lavoratori, provocando undici
morti e numerosi feriti, Petta aveva poco più di 15 anni. Il presidente
Mattarella ha ricordato come quello sia "un dolore che non passa mai,
grazie per essere venuto qui oggi a salutarci. Le faccio i miei più sentiti
auguri". A fargli da eco il presidente Begaj: "Grazie per averci
accolto".
Il presidente Schifani: "Sicilia e Albania rinnovano
un legame antico e profondo"
A fare gli onori di casa il presidente della Regione Renato
Schifani. "Sicilia e Albania rinnovano un legame antico e profondo che ha
segnato la storia dei due popoli - ha affermato -. Le comunità arbëreshë giunte
nella nostra Isola hanno sperimentato la consolidata tradizione di ospitalità
che da sempre connota il patrimonio di valori del popolo siciliano, finendo per
integrarsi pienamente, pur senza perdere il senso e l’attaccamento alle proprie
radici ancestrali, e dare un consistente contributo alla definizione di
molteplici aspetti della nostra identità".
Il governatore questo pomeriggio incontrerà il presidente
albanese in visita di cortesia a Palazzo d’Orléans. "Ringrazio il
presidente Begaj - ha continuato Schifani - per la sua presenza oggi in
Sicilia, insieme al presidente Mattarella, e per la sua importante
testimonianza della continuità di un rapporto che oggi appare sempre più solido
e fecondo. Un ringraziamento anche al nostro capo dello Stato che, con la
sua partecipazione, ha conferito il più alto valore istituzionale alla giornata
di oggi, dando il senso dell’adesione dell'intero popolo italiano".
Il sindaco Lagalla: "Grazie al contributo culturale
della comunità arbëreshë"
Anche il sindaco Roberto Lagalla ha preso parte alle
iniziative a Piana degli Albanesi e a Portella della Ginestra. "L’incontro
di questa mattina tra i Capi di Stato di Italia, Sergio Mattarella, e Albania,
Bajram Begaj, rinnova e consolida il legame tra i due paesi e ricorda
l’importante contributo culturale della comunità arbëreshë al nostro
territorio. La stessa ha riservato alle autorità presenti una calorosa
accoglienza e una sentita partecipazione da parte delle famiglie e dei giovani
studenti del luogo”.
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