19 gennaio 2025

LEOPARDI DARWINIANO ANTE LITTERAM

 


"L’uomo nasce [...] solo per perpetuare la vita, per comunicarla ad altri che gli succedano, per conservarla.

Né esso, né la vita, né oggetto alcuno di questo mondo è propriamente per lui, ma al contrario esso è tutto per la vita.

- Spaventevole, ma vera proposizione e conchiusione di tutta la metafisica. [...]

Gli esistenti esistono perché si esista,

l’individuo esistente nasce ed esiste perché si continui ad esistere

e l’esistenza si conservi in lui e dopo di lui.

Tutto ciò è manifesto dal vedere che il vero e solo fine della natura è la conservazione della specie."

(Giacomo Leopardi - "Zibaldone")

  

Scheda libro

«Non c’è che la pura natura la quale ci scampi dalla barbarie […]. S’ella ci fa piangere la morte dei figli, non è che per un’illusione, perchè perdendo la vita non hanno perduto nulla, anzi hanno guadagnato. Ma il non piangerne è barbaro, e molto più il rallegrarsene, benchè sia conforme all’esatta ragione. Tutto ciò conferma quello ch’io soglio dire che la ragione spesso è fonte di barbarie (anzi barbarie da se stessa), l’eccesso della ragione sempre; la natura non mai, perchè finalmente non è barbaro se non ciò che è contro natura». 25 novembre 1820

 

«Mancare assolutamente di sistema […] è lo stesso che mancare di un ordine di una connessione d’idee, e quindi senza sistema, non vi può esser discorso sopra veruna cosa. Perciò quelli appunto che non discorrono, quelli mancano di sistema, o non ne hanno alcuno preciso. Ma il sistema, cioè la connessione e dipendenza delle idee, de’ pensieri, delle riflessioni, delle opinioni, è il distintivo certo, e nel tempo stesso indispensabile del filosofo». 17 aprile 1821

 

Per un intero secolo, da quando, nel 1898- 1900, Giosue Carducci ne patrocinò la prima edizione a stampa, lo Zibaldone di pensieri di Giacomo Leopardi è assurto a simbolo del «frammento» per eccellenza. Quello che è da tutti considerato un capolavoro assoluto di prosa letteraria, è stato presentato da una lunga tradizione come un’opera volutamente asistematica, un flusso di pensieri senza ordine. A distanza di più di un secolo da quella prima edizione carducciana, il meticoloso e acuto lavoro critico-filologico di Fabiana Cacciapuoti ha portato alla luce l’idea di una grande opera per «trattati», di cui l’enorme mole di appunti raccolti nei quaderni null’altro rappresenta che l’immane lavoro preparatorio; un testo dotato di precise chiavi di lettura, organizzabile – se non compiutamente organizzato – a partire da ben definiti fuochi tematici. Una traccia di un simile progetto è contenuta nella lettera con cui Leopardi rispondeva, il 13 settembre 1826, al suo editore milanese Antonio Fortunato Stella, che gli aveva chiesto di comporre un dizionario filosofico alla maniera di Voltaire: «Quanto al Dizionario filosofico, le scrissi che io aveva pronti i materiali, com’è vero;ma lo stile, ch’è la cosa più faticosa, ci manca affatto, giacchè sono gittati sulla carta con parole e frasi appena intelligibili, se non a me solo […] e per poterne estrarre quelli che appartenessero a un dato articolo, bisognerebbe che io rileggessi tutte quelle migliaia di pagine, segnassi i pensieri che farebbero al caso, li disponessi, gli ordinassi ec., tutte cose che farò quando a Lei parrà bene che io mi dia di proposito a stendere questo Dizionario; ma che non si possono eseguire per il momento, e per uno o due articoli soli». Questo progetto di riordino e indicizzazione degli appunti sarà effettivamente messo in atto, attraverso un rigoroso sistema di voci e di numeri, redatto su differenti schedine, conservate presso la Biblioteca Nazionale di Napoli. Sono, in particolare, sette paginette scarne ma decisive a evidenziare i differenti percorsi tematici Proprio seguendo quelle pagine, sono stati qui «rimontati» tutti i brani leopardiani, ricostruendo così il tendenziale «sistema». Questa nuova edizione tematica dello Zibaldone di pensieri viene ora proposta in un volume unico, con l’indicazione di tutte le indicizzazioni via via appuntate da Leopardi. Una riaggregazione dei materiali leopardiani che ne cambia la chiave di lettura e si presenta quindi come un vero e proprio «evento» editoriale.

 


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