"L’uomo nasce [...]
solo per perpetuare la vita, per comunicarla ad altri che gli succedano, per
conservarla.
Né esso, né la vita, né
oggetto alcuno di questo mondo è propriamente per lui, ma al contrario esso è
tutto per la vita.
- Spaventevole, ma vera
proposizione e conchiusione di tutta la metafisica. [...]
Gli esistenti esistono
perché si esista,
l’individuo esistente nasce
ed esiste perché si continui ad esistere
e l’esistenza si conservi
in lui e dopo di lui.
Tutto ciò è manifesto dal
vedere che il vero e solo fine della natura è la conservazione della
specie."
(Giacomo
Leopardi - "Zibaldone")
Scheda libro
«Non c’è che la pura natura
la quale ci scampi dalla barbarie […]. S’ella ci fa piangere la morte dei
figli, non è che per un’illusione, perchè perdendo la vita non hanno perduto
nulla, anzi hanno guadagnato. Ma il non piangerne è barbaro, e molto più il
rallegrarsene, benchè sia conforme all’esatta ragione. Tutto ciò conferma
quello ch’io soglio dire che la ragione spesso è fonte di barbarie (anzi
barbarie da se stessa), l’eccesso della ragione sempre; la natura non mai,
perchè finalmente non è barbaro se non ciò che è contro natura». 25 novembre
1820
«Mancare assolutamente di
sistema […] è lo stesso che mancare di un ordine di una connessione d’idee, e
quindi senza sistema, non vi può esser discorso sopra veruna cosa. Perciò
quelli appunto che non discorrono, quelli mancano di sistema, o non ne hanno
alcuno preciso. Ma il sistema, cioè la connessione e dipendenza delle idee, de’
pensieri, delle riflessioni, delle opinioni, è il distintivo certo, e nel tempo
stesso indispensabile del filosofo». 17 aprile 1821
Per un
intero secolo, da quando, nel 1898- 1900, Giosue Carducci ne patrocinò la prima
edizione a stampa, lo Zibaldone di pensieri di Giacomo Leopardi è assurto a
simbolo del «frammento» per eccellenza. Quello che è da tutti considerato un
capolavoro assoluto di prosa letteraria, è stato presentato da una lunga
tradizione come un’opera volutamente asistematica, un flusso di pensieri senza
ordine. A distanza di più di un secolo da quella prima edizione carducciana, il
meticoloso e acuto lavoro critico-filologico di Fabiana Cacciapuoti ha portato
alla luce l’idea di una grande opera per «trattati», di cui l’enorme mole di
appunti raccolti nei quaderni null’altro rappresenta che l’immane lavoro
preparatorio; un testo dotato di precise chiavi di lettura, organizzabile – se
non compiutamente organizzato – a partire da ben definiti fuochi tematici. Una
traccia di un simile progetto è contenuta nella lettera con cui Leopardi
rispondeva, il 13 settembre 1826, al suo editore milanese Antonio Fortunato
Stella, che gli aveva chiesto di comporre un dizionario filosofico alla maniera
di Voltaire: «Quanto al Dizionario filosofico, le scrissi che io aveva pronti i
materiali, com’è vero;ma lo stile, ch’è la cosa più faticosa, ci manca affatto,
giacchè sono gittati sulla carta con parole e frasi appena intelligibili, se
non a me solo […] e per poterne estrarre quelli che appartenessero a un dato
articolo, bisognerebbe che io rileggessi tutte quelle migliaia di pagine,
segnassi i pensieri che farebbero al caso, li disponessi, gli ordinassi ec.,
tutte cose che farò quando a Lei parrà bene che io mi dia di proposito a
stendere questo Dizionario; ma che non si possono eseguire per il momento, e
per uno o due articoli soli». Questo progetto di riordino e indicizzazione
degli appunti sarà effettivamente messo in atto, attraverso un rigoroso sistema
di voci e di numeri, redatto su differenti schedine, conservate presso la
Biblioteca Nazionale di Napoli. Sono, in particolare, sette paginette scarne ma
decisive a evidenziare i differenti percorsi tematici Proprio seguendo quelle
pagine, sono stati qui «rimontati» tutti i brani leopardiani, ricostruendo così
il tendenziale «sistema». Questa nuova edizione tematica dello Zibaldone di
pensieri viene ora proposta in un volume unico, con l’indicazione di tutte le
indicizzazioni via via appuntate da Leopardi. Una riaggregazione dei materiali
leopardiani che ne cambia la chiave di lettura e si presenta quindi come un
vero e proprio «evento» editoriale.
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