26 aprile 2024

ANCHE DANILO DOLCI è ancora vivo per me

 


IL 27 APRILE DEL 1937 SI SPEGNE ANTONIO GRAMSCI. Aveva solo 46 anni... 1 e 2

 




Gramsci  continua a vivere nel cuore di milioni di uomini (fv)


Il 27 aprile 1937 Antonio Gramsci si spegne nella clinica “Quisisana” di Roma, stroncato dai duri anni del carcere fascista. Muore per le sue idee, per essersi battuto contro Mussolini e la sua cricca, dopo la marcia su Roma da operetta. La “marcia su Roma e dintorni”, così lucidamente descritta da Emilio Lussu, in un mirabile impasto di tragedia storica e ironia, anzi di sarcasmo teatrale.

Disse Enrico Berlinguer a Cagliari il 27 aprirle de 77 - per i 40 anni dalla morte di Gramsci -:

”Tutta la elaborazione gramsciana è un filo che si dipana dalla sua terra natale, dalla vita sarda, dallo spirito sardo. Qui, a contatto con la miseria della sua gente - che anche egli patì - Gramsci divenne prima ribelle, ma un ribelle che ben presto seppe prendere contatto con il movimento operaio e socialista. Il rivoluzionario nasce dal ribelle, come egli stesso scrive.”


"Mi sono convinto che anche quando tutto è o pare perduto, bisogna rimettersi tranquillamente all'opera, ricominciando dall'inizio. Mi sono convinto che bisogna sempre contare solo su se stessi e sulle proprie forze; non attendersi niente da nessuno e quindi non procurarsi delusioni. Che occorre proporsi di fare solo ciò che si sa e si può fare e andare per la propria via. La mia posizione morale è ottima: chi mi crede un satanasso, chi mi crede quasi un santo. Io non voglio fare né il martire né l'eroe. Credo di essere semplicemente un uomo medio, che ha le sue convinzioni profonde, e che non le baratta per niente al mondo. Ti potrei raccontare qualche aneddoto divertente. Nei primi mesi che ero qui a Milano, un agente di custodia mi domandò ingenuamente se era vero che io, se avessi cambiato bandiera, sarei stato ministro. Gli risposi sorridendo che ministro era un po' troppo, ma che sottosegretario alle Poste o ai Lavori Pubblici avrei potuto esserlo, dato che tali erano gli incarichi che nei governi si davano ai deputati sardi. Scosse le spalle e mi domandò perché dunque non avevo cambiato bandiera, toccandosi la fronte col dito. Aveva preso sul serio la mia risposta e mi credeva matto da legare."
Antonio Gramsci, lettera a Carlo, 12 settembre 1927


"EREDITA' DISSIPATE" A PALERMO NELLA LIBRERIA MILLE MONDI

 



Libreria Mille Mondi di Palermo: si presenta "Eredità dissipate" di Francesco Virga

  • Libreria Mille Mondi, via Mariano Stabile 233 - Palermo
  • 30 aprile 2024
  • 18.00
  • Gratuito (fino a esaurimento posti)
Martedì 30 aprile alle 18.00, la libreria Mille Mondi di via Mariano Stabile a Palermo, propone la presentazione del libro "Eredità dissipate" di Francesco Virga.

Il volume studia l'eredità di Gramsci nella vita culturale della seconda metà del Novecento e viene presentato dall'autore insieme ad Aldo Gerbino e Rino Marotta.

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

E' PERICOLOSO CHIAMARE LE COSE CON IL LORO NOME

 

Gramsci è stato definito LEOPARDIANO da Pasolini


“Sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi perché ordinariamente sono sinceri, e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina.”

Giacomo Leopardi, “Pensieri” 

EINSTEIN SUL POTERE DELLA STAMPA

 


« I giornali di un Paese possono, in due settimane, portare la folla cieca e ignorante a un tale stato di esasperazione e di eccitazione da indurre gli uomini ad indossare l'abito militare per uccidere e farsi uccidere allo scopo di permettere a ignoti affaristi di realizzare i loro ignobili piani. »
Albert Einstein, “Come io vedo il mondo”

PASOLINI PROFETA INASCOLTATO

 



"So che sto dicendo delle cose gravissime. D’altra parte era inevitabile. Se no cosa sarei venuto a fare qui? Io vi prospetto – in un momento di giusta euforia delle sinistre – quello che per me è il maggiore e peggiore pericolo che attende specialmente noi intellettuali nel prossimo futuro. Una nuova “trahison des clercs”: una nuova accettazione; una nuova adesione; un nuovo cedimento al fatto compiuto; un nuovo regime sia pure ancora soltanto come nuova cultura e nuova qualità di vita. Vi richiamo a quanto dicevo alla fine del paragrafo quinto: il consumismo può rendere immodificabili i nuovi rapporti sociali espressi dal nuovo modo di produzione “creando come contesto alla propria ideologia edonistica un contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo: di falsa realizzazione, cioè, dei diritti civili”.

Pier Paolo #Pasolini
📰 "Lo scandalo radicale." "Numero unico" per il 35º Congresso del Partito Radicale

📷 Pasolini a Firenze, settembre 1975, Giovannetti © Olycom/Riproduzione riservata


Il brano citato l'ho ripreso dal sito CITTA' PASOLINI

LA DESTRA CHE SI DICHIARA FASCISTA

 


La destra che si dichiara fascista


Ascanio Celestini
26 Aprile 2024
Roma, 25 Aprile. Foto di 100celle

Ho partecipato a un dibattito televisivo per dire tre cose sul pessimo rapporto che la destra italiana ha con la Storia. Volevo dire solo queste tre cose e le avevo comunicate prima di andare in onda.

La prima. Se il fascismo è nato in Italia significa che da noi c’è un terreno fertile.

La seconda. Il fascismo che non è finito il 25 aprile ’45 è: le stragi dal 12 dicembre del ’69 al 2 agosto dell’80, i tentati colpi di Stato del ’64 e del ’70, la P2.

La terza. Alla fine della guerra i fascisti non furono processati. Né i fascisti e fascistelli graziati dalle amnistie, né soprattutto gli oltre mille criminali di guerra che hanno fatto stragi nelle colonie africane e nei territori occupati con particolare scandalo per la Jugoslavia. Celebriamo quattromila morti nelle foibe per dimenticare centinaia di migliaia di morti ammazzati dall’esercito dell’Italia fascista?

Ho partecipato a DiMartedì (programma settimanale di La7) per dire precisamente quello che ho dichiarato prima di entrare in studio. Appena ho ricordato il numero di 1milione 706mila jugoslavi ammazzati dai nazifascisti Massimo Magliaro mi ha interrotto. Visto che due minuti prima Bocchino si era lamentato dicendomi che se lo interrompevo… ero fascista, ho chiesto a Bocchino di definire fascista anche Magliaro. Dal video si vede che stavo scherzando, ma Magliaro mi ha preso sul serio. “La risposta è arrivata subito ed è stata forte”, scrive il Tempo, e lui si è dichiarato fascista.

Anche i giornali di destra hanno detto tutti la stessa cosa. Non hanno smentito. Si sono lamentati, hanno ironizzato, l’hanno buttata in caciara, ma tutti hanno preso atto che un esponente della destra italiana ha la faccia tosta di andare in tv e dichiararsi fascista “senza alcun tentennamento” come scrive il Giornale.

Su LIBERO la raccontano così: «L’attore Celestini prende di mira Magliaro e afferma durante un diverbio: “Allora lei è fascista…”. La risposta è fulminante: “Lo sono, chiama i carabinieri?”»

Sul TEMPO: «L’attore Celestini ha messo nel mirino Massimo Magliaro: “Allora lei è fascista”, ha chiesto in diretta tv al suo interlocutore. La risposta è arrivata subito ed è stata forte: “Lo sono, chiama i carabinieri”»

Il migliore è IL GIORNALE che scrive nel titolo: «A DiMartedì scatta l’interrogatorio sull’antifascismo”». E argomenta con: «Sono passati pochissimi attimi e Magliaro, senza alcun tentennamento, ha rivendicato le proprie posizioni e ha lanciato una domanda provocatoria verso lo scrittore: “Io sì, lo sono. E allora?”».