Assenza: oblio, piacere dei sessi, e non manca nulla. Niente rappresentazione, sensazione, richiamo. Braciere del vuoto. Ritorno allora all'oblio ma questa volta come caduta- piombo- grigia, inodore, opaca. O piuttosto cotone, spuma accecante, soffocante ma leggera. Come la nebbia che mangia il parco, inghiotte i rami, la terra verde-ruggine, i miei occhi.
Assenza, braciere, oblio, cotone di piombo.
Tranne, al posto del cuore, una fame. Spasmo che si estende, percorre le vene, fino alla punta dei seni, fino alla punta delle dita. Palpita, buca il vuoto, lo cancella, si installa a poco a poco: immensa piaga palpitante.
Angoscia. Colpevolezza.
Impossibilità- possibilità deprimente- della trasgressione. O della rimozione dove Io passo all'altro ciò che desidero dagli altri. O questo soffio del vuoto, piaga aperta nel suo cuore che non mi fa essere che in purgatorio.
Desidero la Legge. E dato che essa non è fatta per me sola, mi arrischio a desiderare fuori legge. Allora, il narcisismo così risvegliato che si vuole sesso, vaga gonfio: niente rassicura perché solo la legge fissa. Chi ama questa sofferenza godimento? È il piacere dei dannati.
J.Kristeva, Eretica dell'amore, 1979, ed La Rosa. [1 ediz 1977, Du Seuil]
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