14 novembre 2012, gli allora
neodeputati siciliani del Movimento 5 stelle Giancarlo Cancelleri e
Antonio Venturino mostrano l’assegno simbolico con cui rinunciano a
oltre un milione di rimborsi elettorali regionali davanti all’Assemblea
regionale Siciliana
Quasi due portaborse a deputato, così anche i grillini finiscono per essere additati come la «casta». Accade in Sicilia, dove i deputati del gruppo parlamentare all’Assemblea hanno contrattualizzato una decina di portaborse negli ultimi giorni del 2013 (da 15 sono diventati 26), come ha fatto la gran parte dei deputati di altri gruppi, approfittando di una «finestra» alla legge sulla sprending rerview, che garantiva il contributo di 3.180 euro a deputato per i contratti di collaborazione a esterni, in essere al 31 dicembre; a pagare sarà l’amministrazione dell’Ars, in base ai rendiconti presentati dai singoli deputati.
L’ACCUSATORE - Il grande accusatore dei Cinquestelle è un ex, il vice presidente vicario dell’Ars Antonio Venturino, espulso nei mesi scorsi da Grillo per non avere versato parte dell’indennità da parlamentare regionale, come fanno i grillini. «Quando si fa le verginelle della politica, occorre intanto avere la coscienza pulita e mi pare evidente che non sia così dato che al loro seguito ci sono più portaborse che deputati», accusa Venturino. Ma il portavoce del M5s e capogruppo all’Ars, Giancarlo Cancelleri, respinge gli attacchi: «Siamo gli unici a essere trasparenti, gli altri gruppi parlamentari tengono nascosto il numero di portaborse contrattualizzati».
Corriere della Sera, 10 gennaio 2014)
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