La Route 666 negli Stati Uniti, la "strada del diavolo"
Dall'ultimo libro di
Guido Araldo, Mesi Miti Mysteria, riprendiamo una pagina sui
significati del numero 666, uno dei simboli dell'Apocalisse.
Guido Araldo
Com’è universalmente
noto, al numero 666 corrisponde la Bestia dell’Apocalisse; dove,
nell’ultimo capoverso del tredicesimo capitolo, sta scritto:
“Hic sapientia est! Qui
habet intellectum, computet numerum bestiae. Numerus enim hominis est
et numerus eius sescenti sexaginta sex!”
Qui sta la sapienza! Chi
ha intelletto, computi il numero della bestia. In verità, è il
numero dell’uomo e il suo numero è seicento sessanta sei!.
“Dell’uomo!” e non
“di un uomo”, com’è comunemente tradotta la frase, in maniera
fuorviante e accomodante: una palese manipolazione teologica. Eppure,
è sufficiente leggere!
Il 666, pertanto, è
numero dell’umanità, poiché il genere umano si configura come la
Bestia: questa la verità arcana dell’Apocalisse! L’umanità,
forgiata dal fango da un demiurgo inferiore di nome Jaweh, o
impregnata dalle ceneri dei Titani secondo il mito classico, è cieca
e soggiace ineluttabilmente al Male.
Una verità nota a Santa
Romana Chiesa fin dalle sue origini, che per purificare il fango del
demiurgo inferiore ricorre al sacramento del battesimo, rinnovato
costantemente con l’eucarestia e la comunione. Soltanto pochi
eletti, secondo l’Apocalisse, grazie alle loro azioni, potranno
accostarsi alla “scala del cielo” (che è doppia poiché
ascendente e discendente) e sfuggire al destino dello “stagno di
fuoco”!
Anticamente il numero 666
non era affatto demoniaco e non denotava valenze negative:
connotazioni che acquisì quando fu traslato nell’Apocalisse per
indicare il numero della Bestia. Anzi, in origine, il numero 666 era
sinonimo di fertilità, amore sensuale, forza primordiale che rinnova
la natura e la stessa umanità: un numero che impregna l’universo
con l’armonia dei numeri pitagorici e la sinfonia di fondo che li
accompagna, intuita non soltanto da Pitagora ma anche da Keplero, e
che oggi rivive con la “teoria delle stringhe”, caposaldo della
fisica teorica.
Questi i numeri di
Afrodite, della babilonese Ishtar, della sumera Inanna:
VI (6) = Afrodite Urania;
VI-VI (66) = Afrodite
Anadiomene;
VI-VI-VI (666) = Afrodite
all’ennesima potenza erotica, cioè Porne.
Nel gioco dei tre dadi
per secoli, se non per millenni, fu la combinazione vincente, opposta
a quella dell’I-I-I (1-1-1), nota come combinazione del cane,
sempre perdente.
Tutto lascia supporre che
il Giovanni delle sacre scritture abbia attinto a piene mani al
numero di Afrodite, compagna della volubile Fortuna Virile (la
fortuna vergine), per indicare quello Bestia! Con buona pace di tutti
i satanisti di questo mondo.
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