03 marzo 2023

SCHIFANI TRADISCE LA SICILIA

 



Alfio Mannino, segretario regionale della CGIL dichiara che Schifani governatore della Sicilia fa " da scendiletto a Salvini e meloni".
La Sicilia, il governo regionale siciliano, ha vergognosamente votato a favore dell'Autonomia differenziata delle regioni una misura voluta dall'estrema destra che penalizzerà il sud. E paradossalmente l'Emilia Romagna ha invece votato contro.
Un tradimento della Sicilia e dei siciliani firmato da un governo di estrema destra allineato e compatto con Roma e Milano, un governo di ascari e traditori.

Dalla edizione palermitana di Repubblica
3 marzo 2023

IL VOTO IN CONFERENZA STATO-REGIONI
Autonomia differenziata Schifani “tradisce l’Isola” e vota sì alla riforma Rivolta di opposizioni e Cgil. Intanto la Corte dei conti lancia l’allarme sugli oltre 7 miliardi di fondi del Pnrr.

di Miriam Di Peri

La Corte dei Conti da un lato, le opposizioni e i sindacati dall’altro. Renato Schifani tra due fuochi si prepara ad affrontare l’ennesima giornata di polemiche dopo il suo voto favorevole in conferenza delle Regioni al disegno di legge del ministro Roberto Calderoli sull’Autonomia differenziata. Un “ sì” che pesa come un macigno e su cui la Cgil annuncia assemblee in tutti i luoghi di lavoro e una grande mobilitazione per dire no alla riforma targata Lega. Tutto questo nello stesso giorno in cui a Palermo i giudici contabili lanciano l’allarme sulla spesa e il monitoraggio di oltre sette miliardi di euro già assegnati alla Sicilia. « È vergognoso che Schifani faccia da scendiletto a Salvini e Meloni » attacca il segretario regionale della Cgil Alfio Mannino. «Nelle stesse ore in cui i tetti di spesa della sanità vengono ridotti e si lasciano a casa migliaia di precari, noi ci consentiamo scelte che mettono ancora più in ginocchio la Regione. Nei prossimi giorni la Cgil coinvolgerà le altre organizzazioni sindacali per promuovere una grande mobilitazione regionale, ma già nelle prossime ore faremo assemblee in tutti i luoghi di lavoro. Non si può rimanere inermi di fronte a una posizione di grossa subalternità politica del governo regionale rispetto all’esecutivo nazionale». Non ci va più leggero il segretario regionale del Pd Anthony Barbagallo che definisce «ignobile» il voto del governatore a un progetto di autonomia « che punta, di fatto, a dividere il Paese in due parti: da un lato in Nord ricco che produttivo, dall’altro il Mezzogiorno povero di infrastrutture e sempre più bisognoso di investimenti utili a colmare questo gap, che invece diventa così impossibile da recuperare sostiene Barbagallo - Schifani in questo modo condanna, per mera convenienza politica, la Sicilia a restare povera, senza lavoro, emarginata rispetto alle altre regioni del Settentrione. Diquesta posizione espressa oggi il presidente della Regione ne deve dar conto ai siciliani». «È inutile che ci giriamo intorno – incalza il referente del Movimento 5 Stelle e vicepresidente dell’Ars Nuccio Di Paola – questa riforma rischia di scavare una voragine tra il Sud e Nord d’Italia e di essere la pietra tombale sul futuro della Sicilia. Assurdo aver votato a favore. Per una volta si poteva e si doveva dismettere la casacca di partito eindossare quella dei siciliani, di quelli cioè che hanno votato questo governo regionale con l’illusione che potesse fare i loro interessi». Per Di Paola «chi tra i siciliani in cabina elettorale ha guardato a destra ora è servito: via il reddito di cittadinanza che aveva salvato dalla fame tante famiglie, via il Superbonus 110% che aveva rilanciato l’edilizia e l’economia e ora un altro passo avanti sull’autonomia differenziata che penalizzerà ulteriormente il Meridione in termini di diritti sociali, scuola e servizi». Una bufera mediatica che arriva a poche ore dall’allarme lanciato dalla Corte dei conti alla cerimonia di apertura dell’anno giudiziario. I magistrati contabili puntano i riflettori principalmente sulla spesa del Pnrr, ma non solo. Il procuratore della sezione giurisdizionale Pino Zingale avverte: bisogna tenere gli occhi aperti sulle infiltrazioni mafiose e i ritardi che potrebbero far perdere all’Isola l’ultimo treno per colmare il gap col resto del Paese. Oltre sette miliardi sono già stati assegnati alla Sicilia dal piano nazionale, circa il dieci per cento dei 72,84 miliardi di euro già destinati a livello nazionale. Importi che Zingale definisce « rilevantissimi » che « oltre ad attrarre, come è quasi naturale, l’interesse della criminalità organizzata, potrebbero anche fallire l’obiettivo se non tempestivamente impiegati, attesi i termini rigorosi imposti dall’Unione europea per il loro concreto utilizzo». Il procuratore punta i riflettori anche sugli scandali che hanno coinvolto l’Ast, sottolineando che nessuno potesse dire di non sapere: «La Procura generale, in occasione del giudizio di parifica sul rendiconto 2019, aveva già rilevato la grave situazione debitoria di quella società, alla quale non faceva seguito un adeguato accantonamento da parte della Regione nel fondo perdite società partecipate». Tra gli aspetti evidenziati dalla Corte dei Conti, che nel 2022 ha pronunciato 901 sentenze di cui 104 condanne per oltre 17 milioni di euro, c’è anche un appalto irregolare che ha provocato la revoca di un finanziamento europeo da circa 36,5 milioni per un avanzato sistema di sorveglianza antincendio in Sicilia. fondi andati in fumo quando si è scoperto che l’appalto era stato affidato, tramite gara, a una azienda priva dei requisiti necessari. —m.d.p. La Corte dei conti A Palermo i giudici contabili lanciano l’allarme sulla spesa e il monitoraggio di oltre sette miliardi di euro già assegnati alla Sicilia per i pullman dell’Ast, la malasanità i vuoti d’organico: sono gli argomenti su cui i giudici contabili della Corte dei conti incalzano la Regione

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