25 aprile 2012

ORA E SEMPRE RESISTENZA...




Per ricordare, dal punto di vista storico, il 67° anniversario della Liberazione rimandiamo al bel sito dell’amica Grazia Messina  http://150anniinsieme.blogspot.it/
Ma, per capire meglio chi ha tradito la Resistenza, può rivelarsi utile  questa poesia di Primo Levi: 

Partigia

Dove siete, partigia di tutte le valli,
Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse? 

Molti dormono in tombe decorose,
quelli che restano hanno i capelli bianchi
e raccontano ai figli dei figli
come, al tempo remoto delle certezze,
hanno rotto l’assedio dei tedeschi
là dove adesso sale la seggiovia.

Alcuni comprano e vendono terreni,
altri rosicchiano la pensione dell’Inps
o si raggrinzano negli enti locali.
In piedi, vecchi: per noi non c’e’ congedo. 

Ritroviamoci. Ritorniamo in montagna,
lenti, ansanti, con le ginocchia legate,
con molti inverni nel filo della schiena.
Il pendio del sentiero ci sarà duro,
ci sarà duro il giaciglio, duro il pane. 

Ci guarderemo senza riconoscerci,
diffidenti l’uno dell’altro, queruli, ombrosi.
Come allora, staremo di sentinella
perché nell’alba non ci sorprenda il nemico. 

Quale nemico? Ognuno e’ nemico di ognuno,
spaccato ognuno dalla sua propria frontiera,
la mano destra nemica della sinistra.
In piedi, vecchi, nemici di voi stessi:
La nostra guerra non e’ mai finita.
(23 luglio 1981)
[Da: Primo Levi, Ad ora incerta, 1984,
ora in Opere, Torino, Einaudi, 1997, vol. II, p. 525]


4 commenti:

  1. veramente bellissima, grazie per avermela fatta conoscere. E' di un'attualità estrema e, pur essendo di quasi trent'anni, sembra scritta ieri. Buon 25 aprile.
    Fabrizio

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  2. Grazie a Francesco per aver recuperato i toccanti versi di Primo Levi. E' proprio vero, la nostra guerra non è mai finita, le nostre idee devono faticosamente farsi spazio ogni giorno, tutti i giorni. Termini come coerenza, onestà, affidabilità, responsabilità sono quasi scomparsi dal vocabolario fenomenologico degli italiani. Vale sempre la pena rileggere le parole Piero Calamandrei ha rivolto ai giovani nel gennaio 1955, "Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.”

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  3. Cara Grazia,
    fai bene a ricordare ai giovani Piero Calamandrei: uno dei padri della Costituzione nata dalla Resistenza.
    Ma ricordare il passato ai giovani d’oggi, anche se necessario, non mi sembra sufficiente. I giovani hanno bisogno, soprattutto, di fatti e di esempi. E l’esempio che offre oggi la classe dirigente del nostro Paese è davvero deprimente.

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    1. Sono assolutamente d'accordo con te, non abbiamo modelli esemplari da parte della classe dirigente, ma proprio per questo come possiamo sperare di costruire un futuro migliore? Cosa possiamo indicare ai giovani? Aiuta guardare ogni tanto indietro, non per indugiarvi e costruire statue marmoree da adorare in ginocchio, come sosteneva Nietzsche,ma per trovarvi l'humanitas che il saggio Terenzio implorava. Elie Wiesel accompagnava le sue ricerche ripetendo: "Non si può fare più nulla per i morti, ma tanto per i vivi. Ed è qui che bisogna muoversi". Abbiamo il dovere di guidare chi non ha visto, chi non sa, chi non comprende ancora il senso del proprio ruolo in questa società confusa e stordita dal denaro e dall'individualismo sfrenato.

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