Addio al Leopardi,
lamentoso e pessimista, che ci hanno insegnato al Liceo. Il film di
Martone ci riconsegna un poeta (e un filosofo) attualissimo e vitale.
Paolo D’Agostini
Il ribelle
Dopo la felice fatica risorgimentale di Noi credevamo , Mario Martone ha scelto un’impresa ancora più difficile. Con Il giovane favoloso ( che splendido titolo) ha inteso raccontare la vita e il mondo interiore del nostro massimo poeta, Giacomo Leopardi, senza la pretesa di una pedissequa e didascalica biografia. Ma selezionando (molto creativamente), ha centrato l’obiettivo. Tanto che il film è stato accolto con dieci minuti di applausi alla proiezione serale per il pubblico. Due momenti: la prima giovinezza a Recanati e poi la fuga per Firenze e, via Roma, per Napoli dove concluderà a 39 anni la sua breve vita sofferente. Sofferente ma consumata dal fuoco della passione, del desiderio e dell’avidità di vita.
Il racconto si snoda
intrecciando la personalità di Giacomo ad alcuni personaggi cardine.
Il padre conte Monaldo (Popolizio sempre più bravo nel cogliere la
diversità delle corde cinematografiche da quelle teatrali) che non è
quel tiranno insensibile che la vulgata scolastica ci ha insegnato.
Nutre per Giacomo, ricambiato, un amore protettivo e soffocante. Poi
la relazione con Pietro Giordani (Valerio Binasco), intellettuale
liberale, che si scomoda per andare a conoscere il giovanissimo
prodigio. Provocando la diffidenza di Monaldo che vi riconosce un
incoraggiamento a sviluppare quel seme di ribellione che sa quanto
covi nell’animo malgrado la fragilità fisica del figlio, e che ad
ogni costo intende contrastare.
Dunque, dopo una prima fuga frustrata, via con Ranieri (ottimo Michele Riondino) fino alla sua Napoli. L’intimità tra i due è commovente. Ranieri, di bell’aspetto e pieno di donne, tra le quali Fanny Targioni Tozzetti che procurerà a Giacomo (invaghito) una bruciante umiliazione, nutre per Giacomo una devozione illimitata. Calibrate le letture o le declamazioni di opere. L’infinito irrompe, concludendo il primo segmento, su uno scenario che evoca quello che può essere stato il processo di elaborazione del poeta a proposito dell’ Ermo Colle e del molto odiato ma anche amato Natìo Borgo Selvaggio . Non moltissimo altro. La sera del dì di festa.
Un riferimento al Dialogo tra un venditore di almanacchi e un passeggere . La materializzazione della figura ispiratrice di Silvia. Per finire strepitosamente con il testamento poetico della Ginestra sotto il fuoco implacabile dell’eruzione vesuviana e l’incalzare del colera.
Il Leopardi cesellato da Elio Germano (sfida titanica quella di evitare i trappoloni della caricatura del poeta storpio e sfigato) è un uomo che sa di essere dotato di qualità speciali, e non disdegna fame di affermazione. Ed è anche, e soprattutto a dispetto delle spietate limitazioni impostegli dalla natura — la banale spiegazione del suo disperato pessimismo, quello che la società letteraria, dapprima osannante poi sempre più isolandolo, gli rimprovera — un vulcano di vitalità anche nei feroci sarcasmi o nelle ghiottonerie o nell’innamoramento per Rossini.
Un fuoco che arde senza
posa in cerca di aria libera (“ho bisogno di entusiasmo fuoco
vita”), pronto a cogliere e ad auspicare ogni segnale di rottura
(“il vero consiste nel dubbio”) di vecchi equilibri, tanto
artistici che in senso lato politici e sociali. La tempra dei rari
grandi solitari profeti, per nulla compiaciuta di infelicità e
tetraggine, espressa senza retorica né magniloquenza. Un film
“pesante”? Può darsi, ma come prezioso antidoto a una leggerezza
drogata, pigra e irresponsabile. E comunque fonte di grandi e forti
emozioni.
La repubblica – 2
settembre 2014
Ho maturato da tempo l'idea di un Leopardi non pessimista. Il proverbiale "pessimismo" di Leopardi non è che aderenza alla realtà. È il grande realismo della vita, della quale il Poeta colse, prematuramente, l’aspetto tragico, e cioè quelle verità che rimangono velate o estranee a chi gode, nella "stagion lieta", della spensieratezza e dell’ "immortalità", proprie dell’età dell’innocenza.
RispondiElimina(Guglielmo Peralta)
Concordo pienamente con te, caro Guglielmo!
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