03 giugno 2014

GRAMSCI CONDANNATO DAL TRIBUNALE FASCISTA



Il 4 giugno 1928 Antonio Gramsci fu condannato a 20 anni, 4 mesi e 5 giorni di reclusione, pena comminata dal Tribunale Speciale Fascista, presieduto da Alessandro Saporiti.
 Gramsci fu condannato per attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato e incitamento all’odio di classe.  Il pubblico ministero Isgrò concluse la sua requisitoria con la frase: «Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare».
Ma, come ha notato Angelo d'Orsi, quel cervello non smise affatto di funzionare, producendo, con le Lettere e i Quaderni, uno dei più grandi tesori del pensiero del XX secolo, uno dei maggiori patrimoni dell'umanità. 
Oggi Gramsci è uno degli autori più studiati nel mondo: assolutamente inattuale, se si mette a confronto la sua coerenza intellettuale, il suo rigore morale, la sua elevatezza di spirito, con la miseria della classe politica e del ceto intellettuale dei nostri giorni.
 Eppure, paradossalmente, Gramsci oggi é drammaticamente necessario, indispensabile: per comprendere il mondo "grande e terribile" e lottare per cambiarlo.

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