23 febbraio 2015

GRAMSCI: CHI EDUCHERA' GLI EDUCATORI?




Proseguiamo la nostra rilettura delle Lettere dal carcere di Antonio Gramsci. La seguente lettera al fratello Carlo mostra, tra le altre cose, quanto grande fosse la sua competenza e passione pedagogica:





25 agosto 1930
Carissimo Carlo,
ho ricevuto la tua assicurata con le 250 lire e poco fa ho ricevuto la tua lettera del 23: qualche giorno fa ho ricevuto una lettera di Mamma e di Mea. Come ho scritto a Tatiana ho ricevuto da Nannaro una lettera da Namur del 22 luglio e poi piú nulla: vorrei solo che tu lo informassi del fatto per il caso in cui egli abbia scritto e la lettera sia andata dispersa. Per ciò che riguarda Mea, mi pare che tu non abbia ragione. Poiché la quistione è importante e può decidere di tutto l’avvenire della ragazza, ti esprimo ancora qualche mia osservazione. Io ho tenuto conto dell’ambiente in cui essa vive, naturalmente, ma l’ambiente non giustifica nulla: mi pare che tutta la nostra vita sia una lotta per adattarci all’ambiente ma anche e specialmente per dominarlo e non lasciarcene schiacciare. L’ambiente di Mea siete prima di tutto voi di costà, poi i suoi amici, la scuola, e poi tutto il paese coi suoi Cozzoncu, con le sue zie Tane e Zuanna Culemantigu, ecc. ecc. Da quali sezioni di quest’ambiente Mea riceverà gli impulsi per le sue abitudini, i suoi modi di pensare, i suoi giudizi morali? Se voi rinunziate ad intervenire ed a guidarla, usando dell’autorità che viene dall’affetto e dalla convivenza famigliare facendo pressione su di lei, in modo affettuoso ed amorevole ma tuttavia rigido e fermo inflessibilmente, avverrà senza alcun dubbio che la formazione spirituale di Mea sarà il risultato meccanico dell’influsso casuale di tutti gli stimoli di quest’ambiente: cioè all’educazione di Mea contribuirà zia Tana come Cozzoncu, ziu Salomone e tiu Juanni Bobbai ecc., (cito questi nomi come simboli, perché immagino che se questi tipi sono morti, ne esisteranno altri di equivalenti). Un errore che si fa di solito nel tirar su i ragazzi mi pare sia questo (tu puoi pensare a te stesso e poi giudicare se ho ragione): non si distingue che nella vita dei ragazzi ci sono due fasi molto distinte, prima e dopo la pubertà. Prima della pubertà la personalità del ragazzo non si è ancora formata ed è piú facile guidare la sua vita e fargli acquistare determinate abitudini di ordine, di disciplina, di lavoro: dopo la pubertà la personalità si forma in modo impetuoso e ogni intervento estraneo diventa odioso, tirannico, insopportabile. Ora avviene appunto che i genitori sentono la responsabilità dei figli proprio in questo secondo periodo, quando è tardi: allora naturalmente entra in iscena il bastone e la violenza, che poi danno ben pochi frutti. Perché non occuparsi del ragazzo nel primo periodo, invece? Sembra poco, ma l’abitudine di star seduti a tavolino 5-8 ore al giorno è una cosa importante, che si può far acquistare con le buone fino ai 14 anni, ma in seguito non si può piú. Per le donne mi pare sia lo stesso, e forse peggio, perché la pubertà è una crisi molto piú grave e complessa che negli uomini: con la vita moderna e la relativa libertà delle ragazze, la quistione è ancora aggravata. Io ho l’impressione che le generazioni anziane hanno rinunziato a educare le generazioni giovani e che queste commettono lo stesso errore; il clamoroso fallimento delle vecchie generazioni si riproduce tale e quale nella generazione che adesso sembra dominare. Pensa un po’ a ciò che ho scritto e rifletti se non sia necessario educare gli educatori.
Per ciò che riguarda le domande da fare per i libri di Trotzky, forse è meglio davvero che faccia tu la pratica. Ecco come dovrà porsi la quistione. Vorrei mi si concedesse la lettura: 1° dei libri di Trotzky scritti dopo la sua espulsione dalla Russia, cioè della sua autobiografia tradotta anche in italiano e stampata dalla Casa editr. Mondadori e di questi altri due: La Révolution défigurée e Vers le capitalisme ou vers le socialisme, (questi due li possiedo già ma ci vuole un’autorizzazione perché mi siano consegnati). 2° il libro del Fülöp Miller – Il volto del bolscevismo – tradotto in italiano con prefazione di Curzio Malaparte, attuale direttore della «Stampa» di Torino e noto fascista della prima ora. 3° questi libri che possiedo già e che per ragioni da me insindacabili non mi saranno concessi senza autorizzazione: 1° Mino Maccari – Il trastullo di Strapaese (è un canzoniere fascista: il Maccari era il capo dei fascisti di Colle Valdelsa ed ora è redattore capo della «Stampa») – Giuseppe Prezzolini – Mi pare (è una raccolta di articoli sulla moda, sulle librerie, ecc.): il libro è stato stampato a Firenze da Arturo Marpicati, attuale segretario e cancelliere dell’Accademia d’Italia; il Prezzolini è il direttore della Sezione italiana dell’Istituto di Cooperazione intellettuale e suo superiore immediato è proprio l’on Rocco, Ministro della Giustizia – 3° Maurice Muret – Le crépuscule des nations blanches (Il Muret è uno scrittore svizzero molto amico dell’Italia: compila molte rubriche di letteratura italiana in giornali e riviste francesi e svizzere: il libro tratta della quistione coloniale) – 4° Petronio Arbitro – Satyricon (è uno dei capolavori della lett. latina: ho fatto un corso di due anni di università su questo libro e lo ricordo a memoria in gran parte ancora: contiene delle oscenità come tutti i libri latini e greci, ma io non faccio collezioni di libri osceni) – 5° Krassnoff – Dall’aquila imperiale alla bandiera rossa (è un romanzo dell’ex generale dei cosacchi Krassnoff, ora emigrato zarista a Berlino: è stampato dall’editore Salani coi romanzi di Carolina Invernizio) – 6° Heinrich Mann – Le sujet (è un romanzo tedesco del tempo di Guglielmo II) – 7° Jack London – Le memorie di un bevitore (non lo conosco ma dev’essere un romanzo di avventure di marinai e di minatori dell’Alaska) – 8° Oscar Wilde Il fantasma di Canterville ecc. (sono tre novelle umoristiche contro lo spiritismo e le storie inglesi sui fantasmi). Scrivimi ciò che farai. Abbraccia tutti di casa. Cordialmente
Antonio


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