SU GRILLO, IL M5S e L' ETERNO FASCISMO ITALIANO

      Alessandro Dal Lago è uno stimato sociologo italiano che si è occupato del M5S (Movimento 5 stelle) fin dal suo nascere. Infatti nel 2013 ha pubblicato il saggio intitolato Clic! Grillo, Casaleggio e la demagogia elettronica, Cronopio, Napoli.
      Anche per questo ritengo che vadano lette e prese in seria considerazione le note e i giudizi sferzanti sul M5S che pubblica quotidianamente  sul suo diario fb:

       Due giorni fa Grillo - o probabilmente qualche pensatore della Casaleggio & Associati - ha pubblicato sul suo blog alcune proposte sull'immigrazione:
"Bisogna agire ora. 1) Chi ha diritto di asilo resta in Italia, tutti gli irregolari devono essere rimpatriati subito a partire da oggi. 2) Schengen deve essere rivisto: qualora si verifichi un attentato in Europa le istituzioni devono provvedere a sospenderlo immediatamente e ripristinare i controlli alle frontiere almeno finche’ il livello di allerta non sia calato e tutti i sospetti catturati. 3) Creazione di una banca dati europea sui sospetti terroristi condivisa con tutti gli stati membri, utilizzando anche quelle attuali. 4) Revisione del Regolamento di Dublino. Fino a oggi è stato il tempo del dolore, della commozione, della solidarietà. Adesso è il momento di agire e proteggerci."
       Nulla di nuovo sotto il sole. Nel 2007 aveva insultato chi "non difende i sacri confini della patria" e qualche anno dopo voleva prendere a schiaffoni gli immigrati. Il ragazzotto Di Battista, che si dichiara terzomondista, ha proclamato: "i fratelli africani devono stare a casa loro, e per farli stare a casa loro devono avere risorse e sviluppo a casa loro".
       Sono le stesse cose che hanno sempre detto Fini, Bossi e Salvini. Gratti Grillo e trovi Salvini, ha scritto la "Stampa". Sì, ma forse è anche peggio: trovi l'eterno fascista italiano, quello che pur di andare al potere si allea con chiunque, fa il solletico all'opinione pubblica più reazionaria, è alleato di Farage, ma strizza l'occhio alla sinistra e agli ecologisti e così via.
       Quelli che fanno veramente pena sono i "compagni" che gli chiedono spiegazioni, imbarazzati ma servili, quelli che lo difendono a prescindere e che insultano chiunque non sia affascinato dal ducetto di Sant'Ilario.
        Buone feste a tutti gli amici e a tutti quelli che ragionano ancora con la propria testa.

 
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      Il vero problema di Roma (e non solo) è Grillo – Mesi fa ho pubblicato su questa pagina un post in cui sostenevo che il prevedibile fallimento di Virginia Raggi discendeva dalla natura stessa del M5S: un “qualcosa” (un movimento dominato da un capo carismatico e da un manager semi-segreto) che usa pseudo-votazioni in rete per andare al potere. Era del tutto prevedibile – scrivevo – che un’avvocatessa priva di qualsiasi esperienza politica e amministrativa, emersa dai retrobottega dell’estrema destra romana e candidata con 1700 voti circa dei militanti grillini, avrebbe trascinato la città nel baratro. Immediatamente, sono stato accusato da alcuni capi scarichi di essere renziano. Evidentemente, la capacità di riflettere senza paraocchi è del tutto assente tra grillini e simpatizzanti del comico genovese.
       Oggi, la realtà mi sembra persino peggiore. Nel cosiddetto MoVimento emergono pseudo-leader che si sono dimostrati al tempo stesso avventurieri senza scrupoli (come il loro capo Grillo) e politicamente incapaci. Uno fra tutti, quel tizio Di Maio che ha coperto le scelte di Virginia Raggi: un signor nessuno, di cui non si ricordano idee di alcun tipo, ma che è noto solo per la sua aria da impiegatino della porta accanto. Ma preoccupa davvero che questo ectoplasma genericamente di destra sia stato considerato da tanti un possibile futuro presidente del consiglio. Magari, facendo il burattino del comico genovese oggi auto-promosso leader politico. Una tragedia, per tutti noi, che non è del tutto da escludere.
         Il M5S sarà anche sostenuto da gente “di sinistra”, come quell’assessore all’urbanistica Berdini che ha avuto lo stomaco di stare accanto a Frongia, Marra e Romeo e che quindi non merita alcun rispetto. Ma, nel complesso, è un movimento para-fascista, opaco nelle procedure e subordinato alle direttive del comico genovese e del suo socio d’affari milanese. A tutti quei “compagni” folgorati da Grillo ricordo che si può legittimamente definire para-fascista un movimento politico il cui leader non è stato eletto da nessuno e le cui strutture interne sono sconosciute, a partire da vertici e direttori fatti e sfatti su ordine del capo. Che poi questo “qualcosa”, nel fallimento della sinistra, nell’involuzione a destra del Pd e nello sfascio del paese, possa essere votato da gente che si ritiene progressista è solo un sintomo del livello abissale a cui è giunta la cultura politica di questo paese.
       Io ritengo grave che ex-militanti di sinistra, intellettuali e opinionisti propongano alleanze di ciò che resta della sinistra italiana con il movimento fascistoide di Grillo. E Renzi non può essere un alibi. Perché una vittoria di Grillo & Casaleggio alle elezioni politiche – un po’ meno probabile, fortunatamente, dopo la farsa nera di Roma – non vedrebbe l’ascesa delle moltitudini (come qualche stolto reduce del Sessantotto ha predicato), ma l’implosione del paese.

Alessandro Dal Lago