02 ottobre 2014

IL PRIMO TEMPIO DEDICATO ALLA LUNA


Scoperta in Israele una megastruttura più antica di Stonehenge e delle piramidi egizie.

Gabriele Beccaria
 
Il primo tempio alla Luna fu la Collina delle Pietre di Bet Yerah

È lo sguardo a cambiare le cose. E così quello che è stato a lungo considerato il frammento di un antico muro di cinta, da sempre trascurato, si è trasformato di colpo in una meraviglia archeologica: uno dei monumenti più antichi dell’umanità, anteriore a Stonehenge e alle piramidi egizie.

Risalente a oltre 5 mila anni fa, si è finalmente svelato dopo una serie di rilievi. È una collina artificiale di pietre e sassi, modellata come una luna crescente: lunga più di un campo di calcio, 150 metri, larga una ventina e alta sette, ha una massa di oltre 14 mila metri cubi. Emerge nella sua muta maestosità a una trentina di chilometri dalla cittadina israeliana di Bet Yerah ed è merito di un giovane archeologo della Hebrew University di Gerusalemme - Ido Wachtel - se ora può ricominciare a comunicare i propri messaggi ancestrali, dopo un silenzio millenario.

«Doveva rappresentare un simbolo grandioso, immerso nel paesaggio naturale, probabilmente per affermare un principio d’autorità», teorizza Wachtel. In parole più semplici, una rappresentazione terrestre delle influenze della Luna, adorata come una divinità ultrapotente in tutta la Mesopotamia (e non solo). Con il nome semitico di Nin e con quello sumerico di Nanna, entità distinte, destinate a fondersi durante l’impero accadico.

A conferma del ruolo-chiave di questo culto, in una delle città più antiche del mondo, la mitica Ur, tra 2600 e 2400 a.C., la luna-Sin era adorata come il vertice scintillante di un ampio pantheon. Sin era niente meno che «creatrice di tutte le cose e degli dei», oltre che personificazione della saggezza suprema, la quale equivaleva all’astronomia: il sapere esoterico, appunto, con cui diventava possibile l’osservazione dei cieli, dai movimenti stellari ai cicli lunari. E - ricorda Wachtel - non è casuale che la stessa Bet Yerah sia un insediamento molto antico, già attivo nell’Età del Bronzo, e che diede vita a una delle città-fortezza più estese dell’attuale Medio Oriente. Il suo nome - rivelano le ultime interpretazioni - doveva significare in origine «Casa del Dio Luna».

La città era forse un centro cerimoniale strategico, capace di coinvolgere tribù e popolazioni di una vasta area? Di sicuro nella zona stanno emergendo sorprendenti strutture megalitiche. Per esempio quella di Rujum el-Hiri: un tumulo gigante, circondato da quattro anelli concentrici. Ancora tutto da decifrare.

La Stampa/TuttoScienze - 1.10.2014

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