21 ottobre 2014

SUL POPULISMO DI RENZI






IL "PARTITO DELLA NAZIONE" E I POPULISMI CHE STANNO SOMMERGENDO LA "DEMOCRAZIA". 

di Giuseppe Carlo Marino, storico

Ci vuole molto a capire che i populismi sono le forme nuove del fascismo?
Lo sono sia con Grillo che con Renzi. Quest'ultimo, quello di Renzi, si è rivelato il populismo più efficiente e pericoloso. Renzi, infatti, sta sfruttando abilmente il sentire diffuso di una larga parte di italiani che, stufi di politica e di politicanti, aspirano soltanto ad essere "governati" (non importa molto come e verso dove, purché siano "governati"). In particolare, sfrutta abilmente: a) il conflitto generazionale accentuato dalla crisi b) la frantumazione, il disorientamento, l'impotenza e la diaspora della Sinistra c) l'ostilità dei cittadini nei confronti della burocrazia e, in genere, dello Stato e dei dipendenti dello Stato d) l'antipolitica crescente soprattutto nell'area dei ceti medi e in quella eterogenea del "non voto" e) l'astio profondo dei disoccupati, dei precari e, in genere, dei non inseriti, nei confronti dei sindacati e dei sindacalisti f) il disgusto di molta gente onesta per la corruzione del sistema e, in particolare, adesso, per le "mangiatoie" costituite dalle Regioni g) la corrente retorica che invoca "meritocrazia" (ovunque, dall'amministrazione pubblica alla Scuola). Tutto questo, ed altro di quotidiana ed estemporanea demagogia, , condito con un pizzico di subalterno "nazionalismo" a fronte dell'Europa e con l'ostentazione di un cipiglio decisionista ( che mi richiama molto Craxi, ma anche, alla lontana, Amintore Fanfani). Così si prepara a costituire il suo "partito della Nazione" ( di indubbia vocazione totalitaria, in quanto capace, a suo vedere, di rendere insensate e superflue sia la Destra che la Sinistra). Niente potrà ormai salvarci da un "ventennio" di Renzi al comando, se non una catastrofe politica del suo ardito tentativo che pagherebbero ovviamente tutti gli italiani.

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