“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
23 marzo 2025
LA GRANDE PROLETARIA SI MUOVE
Gianluca Modolo
La mossa della Cina: "Disposta a schierare caschi blu in Ucraina"
la Repubblica, 23 marzo 2025
PECHINO – La Cina “sonda il terreno” per capire come potrebbe essere accolta da parte degli europei una proposta del genere. Le truppe di Xi Jinping in Europa per mantenere la pace in Ucraina dopo un cessate il fuoco nella guerra con la Russia? Sulla possibilità di un invio di forze di peacekeeping da parte di Pechino nei circoli diplomatici di mezzo mondo se ne parla da oltre un mese. Ora la questione sembra prendere forza, stando all’aggiornamento della Welt am Sonntag. Per il giornale tedesco, che cita fonti europee, «la Cina starebbe valutando la possibilità di partecipare a eventuali forze di pace in Ucraina. I diplomatici cinesi avrebbero sondato a Bruxelles se un tale passo sia concepibile e forse anche auspicabile dal punto di vista Ue. Il coinvolgimento della Cina in una “coalizione dei volenterosi” potrebbe aumentare l’accettazione delle forze di pace in Ucraina da parte della Russia. In ogni caso, la questione è delicata».
Delicata al punto che la diplomazia cinese non ha mai finora affermato in modo diretto se Pechino sarebbe pronta a mandare forze di peacekeeping, ma ha comunque lasciato intendere che, nel caso, sarebbe pronta. Lo scorso 7 marzo fu il ministro degli Esteri Wang Yi a dire che «siamo disposti a continuare a svolgere un ruolo costruttivo nella risoluzione finale della crisi e nella realizzazione di una pace duratura». L’Ucraina però potrebbe non essere entusiasta dell’idea dato il sostegno di Pechino a Mosca.
Finora il Dragone sulla crisi ucraina sembra ai margini. «Le truppe cinesi potrebbero guidare un’operazione di mantenimento della pace in Ucraina, se venisse lanciata. Ma la Cina sta aspettando che la situazione si calmi prima di rendere pubblica una simile offerta», scriveva l’Economist a fine febbraio. «Qualsiasi dispiegamento dovrebbe essere effettuato nell’ambito delle Nazioni Unite», emergeva negli stessi giorni sul South China Morning Post.
L’invio di forze di peacekeeping cinesi farebbe fare un discreto “salto di qualità” all’immagine di Pechino negli affari globali. In un mondo scosso dai cambiamenti di rotta della politica americana durante questo inizio di secondo mandato di Donald Trump, Pechino vuole essere percepita come una forza di “stabilità”, una “potenza responsabile” e affidabile, che di fronte a grandi cambiamenti «porta certezza in un mondo incerto», come ebbe a dire proprio Wang. La Cina potrebbe sperare di trarre vantaggio cercando di riparare i suoi rapporti con l’Europa. E se si dovesse raggiungere un accordo di fine delle ostilità che regga, ne può approfittare incoraggiando le proprie aziende a cercare profitti nella ricostruzione dell’Ucraina. E proprio oggi in Arabia Saudita dovrebbe cominciare un nuovo round di colloqui tra Usa e Ucraina che dovrebbe essere seguito, nei prossimi giorni, sempre a Riad, da incontri tra americani e russi.
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