19 marzo 2022

ANNA MARIA BONFIGLIO, Euridice

 


EURIDICE

Allontana i tuoi passi

dalla mia notte

non ti voltare

se la mia voce ti chiama

e ti lusinga.

Se mi guardi

è cenere il mio sangue

i miei piedi

un blocco di cemento.


Ho contato mille volte

gli aironi

oltre la roccia scura

che mi bendava gli occhi

e ho cercato la luce

nel ricordo del canto

che mi spezzava il cuore.


Ma seppi troppo tardi

che non fu amore

a spingerti

nel fuoco del mio inferno

e questo andare avanti

senza ali

questo precederti cieco

nella solitudine

è la condanna che predissero

gli aruspici rivoltando

viscere d'agnello

accanto alla mia culla.


Il mio lamento è muto

non pretende pietà

né la dispensa.

Dirotta la tua voce

ad altri orecchi.


Che mi si tolgano

tutti e cinque i sensi

che mi si lasci errare

per le vie del buio

prima di morire una volta

ancora nell'illusione

di essere raggiunta.


Anna Maria Bonfiglio

(dalla raccolta Le voci e la memoria, Gabrielli 2000)
















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