110 anni dalla
nascita di Aimè
Césaire, ex Presidente del Consiglio della Martinica, poeta, scrittore e politico
( 26 giugno 1913, Basse-Pointe, 17 aprile 2008, Fort-de-France )
DAL DISCORSO SUL COLONIALISMO DI A.
CESAIRE
Una civiltà che si dimostra incapace di risolvere i problemi causati dal
proprio funzionamento è una civiltà decadente.
Una civiltà che sceglie di chiudere gli occhi di fronte alle questioni
cruciali è una civiltà compromessa.
Una civiltà che gioca con i propri principi è una civiltà moribonda.
Il fatto è che la cosiddetta civiltà “europea”, la civiltà “occidentale”,
così come è stata forgiata da due secoli di regime borghese, è incapace di
risolvere i due problemi principali che la sua stessa esistenza ha generato: la
questione del proletariato e la questione coloniale; che, posta sul banco della
“ragione” come su quello della “coscienza”, questa Europa é nell’assoluta
impossibilità di giustificarsi ; e che, sempre più, essa si rifugia in una
ipocrisia tanto più odiosa, quanto ha meno possibilità di trarci in inganno.
L’Europa è indifendibile.
Sembra questa la voce che circola, a livello confidenziale, tra gli
strateghi americani.
In sé ciò non è grave.
La cosa grave è che “l’Europa” sia moralmente, spiritualmente
indifendibile.
Ed oggi accade che ad incriminarla non siano più soltanto le masse europee,
poiché l’atto d’accusa è stato lanciato su scala mondiale da decine e decine di
milioni di uomini i quali, dall’inferno della schiavitù, si ergono a giudici.
Si può uccidere in Indocina, torturare in Madagascar, imprigionare in
Africa Nera, seviziare nelle Antille. I colonizzati sanno ormai di avere un
vantaggio sui colonialisti. Essi sanno che i loro provvisori “padroni” mentono.
Quindi, che i loro padroni sono deboli.
E poiché oggi mi viene chiesto di parlare della colonizzazione e della
civilizzazione, è bene affrontare immediatamente e senza preamboli la
principale menzogna da cui scaturiscono tutte le altre.
Colonizzazione e civilizzazione ?
Nel trattare questo argomento, il rischio maggiore consiste nel restare
vittime in buona fede di un’ipocrisia collettiva, abile nel mal porre i
problemi per meglio legittimare le sue abiette soluzioni.
Questo equivale a dire che il punto essenziale consiste nel vederci chiaro, nel pensare in modo limpido, nel non farsi scrupolo alcuno e nel rispondere in modo altrettanto chiaro all’innocente questione iniziale: in che cosa consiste, nei suoi principi, la colonizzazione? Diciamo subito ciò che essa non è: non è evangelizzazione, né un’impresa filantropica, non esprime alcuna volontà di sconfiggere le frontiere dell’ignoranza, della malattia, della tirannide, non é estensione di Dio, né del Diritto, ammettiamo una volta per tutte, senza paura delle conseguenze, che il gesto decisivo è qui quello dell’avventuriero e del pirata, del grande mercante di spezie e dell’armatore, del cercatore d’oro e del commerciante, della bramosia e della forza, su cui si proietta l’ombra, certamente malefica, di una forma di civiltà che, a un dato momento della sua storia, si è trovata costretta, a causa di esigenze interne, ad estendere su scala mondiale il regime della concorrenza delle sue economie antagoniste.
Aimé CÉSAIRE,
Discours sur le colonialisme, 1950
Editions
PRÉSENCE AFRICAINE, 1955



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