27 febbraio 2024

"GREEN BORDER" visto da ROSELLA CORRADO

 



GREEN BORDER

Il film di A. Holland ci parla di “Confini” territoriali e non solo

 

Dopo Io capitano di Matteo Garrone e The old oak di Ken Loach è arrivato nelle sale (grazie

Rouge) Green Border di Agnieszka Holland, regista polacca, premiata nell’ultima Mostra

cinematografica di Venezia con il Premio speciale della Giuria. I tre film, del 2023, delineano quasi

una ideale trilogia sul tema doloroso delle Migrazioni. Io Capitano mostra il viaggio avventuroso di

due ragazzi partiti dal Senegal verso l’Europa. The old oak racconta la difficile convivenza di

profughi siriani già arrivati in Europa.

Green Border inizia nell’ottobre 2021 con un volo di linea su cui viaggiano una famiglia di profughi

siriani, con tre bambini, e una donna afghana. Atterrano a Minsk in Bielorussia dove Lukashenko li

ha attirati facendo credere che dalla Bielorussia sarebbero potuti entrare in Polonia e quindi

raggiungere i parenti che li attendono in Svezia. Ma al confine polacco – la zona verde del titolo,

intricata e paludosa - vengono respinti dalle guardie di confine, picchiati pestati derubati, e

sbattuti oltre confine. I soldati bielorussi con pari violenza li ributtano oltre il filo spinato.

Il film mostra la disumanità delle guardie di frontiera, strumenti ciechi nelle mani di un Potere

cinico e crudele ma evidenzia anche la generosità e l’abnegazione di alcuni giovani attivisti che si

adoperano con immenso coraggio per aiutare e salvare i profughi. Il confine tra questi due mondi

– il disumano e l’umano – è varcato da un soldato polacco di frontiera che da passivo esecutore di

ordini spietati si trasforma in uomo consapevole e soccorritore coraggioso dei profughi. Questo

personaggio ci dice che la presa di coscienza e l’assunzione di responsabilità sono possibili.

L’incubo vissuto dai protagonisti è reso da un bianco e nero cupo e dalla vegetazione selvaggia del

confine dove i migranti sono abbandonati. Girato con taglio documentaristico, il film è uno

squarcio sulla bestialità cui può arrivare il Potere. La speranza però non manca ed è affidata ai

giovani: gli attivisti volontari, una psicologa che si unisce ai volontari, un paziente della psicologa

che ospita nella sua villa alcuni giovanissimi migranti che solidarizzano subito con i suoi figli,

accomunati dalla spontaneità e dai comuni gusti musicali.

Una scena merita particolare attenzione. I superstiti della famiglia siriana giunta in volo a Minsk,

alla fine del film siedono affamati sul marciapiedi di un paesino, dietro di loro un graffito sul muro

con il cerchio delle 12 stelle della bandiera europea … Cos’è l’Europa? Il film dopo avere coinvolto

lo spettatore costringe ad una riflessione morale e politica.

Riporto, a questo proposito, una riflessione della regista A. Holland

“Viviamo in un mondo in cui sono necessari grande immaginazione e coraggio per affrontare tutte

le sfide dei nostri tempi. La rivoluzione dei social media e l’intelligenza artificiale hanno ostacolato

sempre di più l’ascolto di voci autentiche. A mio avviso, non ha alcun senso impegnarsi nell’arte se

non si lotta per quelle voci, se non si lotta per porre domande su questioni importanti, dolorose, a

volte irrisolvibili, che ci mettono di fronte a scelte drammatiche. Questa è esattamente la

situazione in atto al confine tra Polonia e Bielorussia.”

 

Palermo, 14 febbraio ’24                                                                           Rosella Corrado

 

Recensione già pubblicata nella rivista MEZZOCIELO


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