05 febbraio 2024

IL SOGNO INFRANTO DI OUSMANE SYLLAN


 

Poche ore fa, Ousmane Syllan, guineense, si è tolto la vita all'interno di un maledetto Cpr, quello di Ponte Galeria, a Roma, sul muro del quale ha lasciato un suo ritratto e una scritta: «Per favore, riportate il mio corpo in Africa, mi manca tantissimo il mio Paese, mi manca tantissimo mia madre. Le forze dell’ordine italiane non capiscono nulla, nemmeno la mia lingua. Non ne posso più, voglio solo che la mia anima riposi in pace».

Così muore un ragazzo di 22 anni, suicidato dal razzismo di Stato di questo Paese.

Privato di ogni speranza.

Annichilito.

I Cpr sono un buco nero del diritto, un inferno, da ogni punto di vista.

Vanno chiusi.

Sarebbero già dovuti essere tutti chiusi. 


FRANCESCA  PILI


Leggete pure:   https://www.cronachediordinariorazzismo.org/ousmane-sylla-il-sogno-di-una-vita-infranto-dalla-detenzione-amministrativa/

 

 

 

 


Nessun commento:

Posta un commento