08 novembre 2014

LE CENE DI RENZI




Una volta c'erano le Feste de l'Unità e i contributi degli iscritti e dei parlamentari. Oggi nel PD renziano le cene con i ricchi.
Mi domando: i ricchi partecipano per generosità o per interesse?

Massimo Gramellini

Le cene eleganti


I pasti dei ricchi a scopo benefico custodiscono strani misteri. In America per mangiare un piatto di lasagne con Bruce Springsteen bisogna versare 300mila dollari: 240mila euro. In Italia per mangiare un risotto con Matteo Renzi ne bastano mille. O la lasagna a stelle strisce vale duecentoquaranta volte più del risotto, ancorché in salsa Pd e dunque un po’ sciapo, oppure Renzi al mercato delle rockstar è quotato duecentoquaranta volte meno di Springsteen: impossibile. L’unica spiegazione sensata è che il menu delle cene italiche sia meno caro perché più povero di grassi, essendo il Paese notoriamente alla frutta.

Ho scorso la lista degli invitati alla cena milanese di Renzi, ma mi sono fermato a Paparesta, l’arbitro che Moggi chiuse a chiave in uno sgabuzzino. Paparesta che finanzia Renzi è il classico cortocircuito comico della realtà, per quanto non privo di una certa coerenza: entrambi chiudono gli occhi davanti al rigore quando gli fa comodo.

I dinosauri rossi del Pd sono sconvolti dallo sciame di Porsche e pellicce che è accorso a omaggiare il risotto di un leader teoricamente di sinistra. Cuperlo della corrente Brontosauri ha lasciato intendere che preferirebbe finanziare il partito dei lavoratori con cene operaie da 20 euro, ma è anche vero che per raggiungere la stessa cifra raccolta l’altra sera da Renzi bisognerebbe organizzarle in uno stadio: soprattutto riuscire a riempirlo.

Capisco che il colpo d’occhio dei ricchi che fanno la festa al presunto partito dei poveri getti nello sconforto qualche nostalgico. Ma gliela facevano anche prima. Solo di nascosto.


La Stampa – 8 novembre 2014.

Nessun commento:

Posta un commento