26 novembre 2021

IL MONDO CONTADINO RESISTE ANCORA IN GRAN PARTE DELLA NOSTRA TERRA


Raccontare la cultura contadina

Stefano Mori
26 Novembre 2021

L’associazione Crocevia ha dato vita all’Archivio e Mediateca delle Terre, che raccoglie oltre 50 anni di cultura contadina in duemila filmati, fotografie, diapositive, libri e riviste da tutto il mondo, raccolti durante progetti di cooperazione internazionale ma realizzati dalle comunità locali. Una missione per restituire ai popoli il diritto ad autorappresentarsi

Foto tratta dal Fb di Cooperativa Agricola Coraggio

Il Centro Internazionale Crocevia inaugura oggi, 26 novembre, a Roma l’Archivio e Mediateca delle Terre, il risultato di uno sforzo lungo decenni di raccolta e sistematizzazione di migliaia tra fotografie, filmati, diapositive realizzati nelle comunità rurali di tutto il mondo.

Più di sessant’anni di storia contadina sono stati racchiusi in un archivio unico nel suo genere, che finalmente può aprire al pubblico grazie al sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

L’evento di inaugurazione, nel rispetto delle norme anti Covid, si terrà nella nuova sede della Mediateca, al centro del parco delle Energie di via Prenestina a Roma.

L’Archivio e Mediateca delle Terre, depositati presso il Centro di documentazione territoriale Maria Baccante, rappresentano uno dei progetti più ambiziosi che Crocevia ha portato avanti fin dalla sua nascita, nel 1958.

In questa storia, lunga oltre 60 anni, l’ONG ha svolto numerose missioni di cooperazione internazionale. Le attività, tuttavia, non miravano soltanto a supportare le comunità locali nel Sud globale, avevano in sé anche una dimensione comunicativa e di racconto. Diversamente dal documentario di stampo coloniale, però, l’idea era che fossero i popoli a offrire il proprio punto di vista, riappropriandosi della comunicazione.

La genesi dell’Archivio e Mediateca delle Terre

L’idea di trasformare questo patrimonio in un archivio è nata alla fine degli anni ’70 sulla scia del “Rapporto della Commissione Internazionale per lo studio dei problemi della comunicazione” promosso dall’Unesco – meglio noto come “Rapporto MacBride” dal nome del presidente della Commissione, Sean MacBride – che sanciva il diritto dell’umanità alla comunicazione, all’informazione e alla cultura.

Gli ideatori – Antonio Onorati, Maurizio Paffetti e Claudio Trovato – hanno avviato una sistematizzazione del materiale che il Crocevia aveva raccolto nella lunga attività di cooperazione internazionale sin dalla sua nascita. Allo stesso tempo, si sono fatti promotori di progetti di comunicazione gestiti in prima persona da produzioni audiovisive e fotografiche locali. Questo lavoro di cooperazione con partner locali in diversi paesi del mondo ha permesso alla Mediateca di arricchire il suo patrimonio di una varietà di materiali rari e inediti in Italia: documentario sociale, culturale, “fiction”, reportage televisivo, pubblicità, animazione. L’intento del progetto era restituire ai popoli il diritto a comunicare e ad autorappresentarsi, senza intermediari.

La mediateca dispone oggi di un catalogo che conta quasi 2000 video, nonché di un rilevante archivio di fotografie, diapositive, sussidi didattici, CD e libri sui temi della cultura contadina, della diversità culturale, dei diritti legati alla terra, alla sovranità e sicurezza alimentare.

Queste risorse provengono da tutto il mondo e da gennaio saranno a disposizione di chiunque sia interessato ad approfondire le tematiche di cui l’organizzazione si occupa, così come di coloro che vogliano utilizzare questi materiali come strumenti didattici e formativi. Le finalità principali dell’archivio sono quelle di custodire e valorizzare un patrimonio proveniente da culture, tradizioni e paesi diversi, promuovendo attraverso il linguaggio audiovisivo nuove modalità di relazione tra uomo, terra e ambiente.

Centro Internazionale Crocevia: una storia unica in Italia

Il Centro Internazionale Crocevia è una delle più antiche ONG italiane, nata nel 1958 dalla volontà di tre donne: Simone Bulle, Laura Rosselli Del Turco e Maria Baxin. Crocevia è stata per anni un riferimento per cattolici, cristiani e comunisti, rappresentando un vero incontro tra filosofie, storie politiche e visioni del mondo.

All’inizio Crocevia erano solo i tre semplici appartamenti di Simone, Laura e Maria a Milano, Perugia e Roma, case alloggio che servivano a luogo di incontro in cui trovavano sollievo anche i cosiddetti “profughi”. Tra loro anche grandi personaggi come Amílcar Cabral, poeta rivoluzionario del movimento P.A.I.G.C. (Partito Africano per l’Indipendenza della Guinea e Capo Verde) ucciso nel ’73, pochi mesi prima della proclamazione di indipendenza dell’attuale Guinea-Bissau.

Crocevia ha sostenuto negli anni Settanta i movimenti di liberazione contro le dittature con progetti di cooperazione che hanno aperto rapporti con il governo di Lula e le organizzazioni e movimenti che ne avevano sostenuto l’affermazione. Proprio con Lula è stata creata la Scuola di formazione sindacale da cui poi passarono molti ministri e politici brasiliani.

Negli anni Ottanta, con la rinascita delle democrazie, ancora una volta molte donne hanno avuto un ruolo centrale nello sviluppo del Centro Internazionale Crocevia: Albina Buttini, Mariuccia Caldara e Carla Benelli per anni hanno portato avanti progetti in Algeria, Mozambico, Burkina Faso e Palestina.

Il taglio operato negli anni Novanta ai fondi per la cooperazione ha costretto Crocevia a cambiare missione, per impegnarsi nella partecipazione dei piccoli produttori di cibo nei processi decisionali delle Nazioni Unite sulle politiche alimentari. Nel 1996 l’organizzazione è stata l’anima del Summit delle ONG per la Sovranità alimentare, tenutosi a Roma, da cui è nato un movimento transnazionale che rappresenta oggi trecento milioni di agricoltori di piccola scala, pescatori, pastori, popoli indigeni e consumatori in tutto il mondo, organizzati in un comitato che organizza l’interazione con la FAO.

Grazie a Crocevia, negli ultimi vent’anni le istanze dei produttori di piccola scala sono entrate nei documenti fondativi delle politiche del cibo dell’ONU, con l’obiettivo di fornire una base di diritto internazionale che i paesi possono utilizzare per arginare il crescente potere delle imprese multinazionali e redistribuire le risorse biologiche ed economiche ai piccoli produttori.

Articolo ripreso da  https://comune-info.net/raccontare-la-cultura-contadina/


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