“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.” Antonio Gramsci
16 maggio 2025
GUERRE ED EMIGRAZIONE SECONDO PAPA FRANCESCO
Sto leggendo l'autobiografia di Papa Francesco e fin dalle sue prime pagine si comprende che questo libro aiuta a comprendere il suo pensiero meglio delle sue Encicliche e dei suoi discorsi ex cathedra. Francesco è un uomo che ha vissuto e il suo pensiero è radicato nelle sue esperienze di vita. Ad esempio, l'esperienza dell'emigrazione dei suoi genitori e dei suoi avi l'hanno segnato profondamente. Anche per questo ha voluto iniziare il suo Pontificato nell'isola di Lampedusa, prima meta d'approdo di tanti disperati odierni: " simbolo delle contraddizioni e della tragedia delle migrazioni e il cimitero marino di troppe, tropppe morti" (p. 22).
Francesco ricorda che i suoi genitori emigrarono dopo la prima guerra mondiale. Da questa "inutile strage" un suo nonno si salvò miracolosamente. E dai racconti di suo nonno ha cominciato a capire cosa è realmente una guerra: "Emigrazione e guerra sono due facce di una sola medaglia. [...] la più grande fabbrica di migranti è la guerra" (p. 24). Successivamente, attraverso la lettura di B. Brecht (ivi p.46) e di don Lorenzo Milani (p.33), ha scoperto il carattere classista di tutte le guerre. Anche per questo Francesco non si è mai limitato a fare generici discorsi per la pace ma ha sempre denunciato con forza "i pianificatori del terrore, gli organizzatori dello scontro, gli imprenditori delle armi" (p. 41).
Anche per questo appare falso ed ipocrita l'omaggio che tutti i Governanti del mondo - oggi impegnati in una folle corsa al riarmo - hanno reso alla salma di Francesco. (fv)
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