30 novembre 2011

IL FUNZIONARIO INSOSTITUBILE.

"Il signor K. sentì dir bene d'un funzionario che copriva da parecchio tempo la sua carica; era talmente bravo da essere insostituibile. - Come mai è insostituibile? - domandò indispettito. - L'ufficio non funzionerebbe senza di lui - dissero i laudatori del funzionario. - Come può dunque essere un buon funzionario se l'ufficio senza di lui non funzionerebbe? - disse il signor K. - Egli ne ha avuto del tempo per organizzare il suo ufficio in modo da essere sostituibile. Qual'è la sua occupazione, insomma? Ve lo dirò io: il ricatto!"

[ Bertolt Brecht, Storie da calendario, Einaudi ]

29 novembre 2011

NESSUNO E' INDISPENSABILE

L’ironia e la dialettica servono soprattutto nei momenti di crisi. Riprendere in mano oggi un vecchio libro di Bertolt Brecht aiuta a capire quello che sta avvenendo nel mare in tempesta dell’economia odierna più della lettura di dieci giornali:

“Me-ti si faceva spesso beffe della favola messa in giro dai capitani dell’economia a proposito della loro indispensabilità.[…] Essi spiegano sempre ai lavoratori che l’economia è spaventosamente complicata, e lo è davvero, ma solo perché ci sono loro a complicarla. Sono essi infatti la massima complicazione. La loro economia è del tutto disordinata, uno lavora contro l’altro, e quando dicono che è tanto difficile fare siffatti piani di lavoro, bisogna rispondere loro che è anche del tutto superfluo, anzi dannoso. La loro complicazione è la complicazione del disordine, il loro lavoro è rivolto a mantenere ed aumentare il disordine da cui traggono vantaggio. Codesti capitani d’industria sono indispensabili solo per il disordine, le loro idee sono preziose solo per lo sfruttamento.”

B. Brecht, Me-ti Libro delle svolte, Einaudi

28 novembre 2011

SULL’ ATTUALE CRISI FINANZIARIA

Ho capito sempre poco di economia e ancor meno di finanza; anche per questo non sono mai stato un marxista ortodosso. Eppure, tra le poche analisi dotte e le tante chiacchiere circolate negli ultimi mesi sulla crisi finanziaria che ha colpito l’intero mondo occidentale, le parole più sensate le ho trovate in un breve corsivo di Michele Serra che di seguito ripropongo:

“Girando il cucchiaino nel suo caffè , l’amico bene introdotto al quale ho chiesto lumi sulla crisi mi guarda sconsolato e dice : forse ce la facciamo, forse no. Gli faccio osservare che tanto valeva chiedere un pronostico al barista. Ride, e conferma: “ L’economia, soprattutto l’economia finanziaria, è diventata un’entità così smisurata che governarla è poco più di una scommessa. Non so se riusciremo mai più a metterla sotto controllo”.

Ci rifletto. Sono più o meno i pensieri – e le angosce – che quando ero ragazzo si formulavano a proposito della bomba atomica e della reazione a catena. Qualcosa che l’uomo aveva concepito ed evocato, e ora minacciava di sopraffarlo, come nella storia, archetipica, dell’apprendista stregone. La soluzione tecnocratica (governo Monti) rinverdisce la speranza che esista ancora un margine di intervento e di controllo. Ma a tre anni dal tonfo del 2008, quando tutti dissero “ bisogna cambiare le regole” e nulla venne cambiato, la sensazione di essere in balia di processi che sovrastano non solo l’uomo della strada, ma anche i Palazzi di ogni ordine e grado, è sempre più forte. E non è piacevole.”

Da L’AMACA di M. Serra pubblicata su La Repubblica del 27/11/2011.

F. V.

ANALFABETISMO DI RITORNO

Secondo Tullio De Mauro solo il 20% degli italiani comprende la lingua italiana o, più precisamente, possiede le competenze minime "per orientarsi e risolvere, attraverso l'uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita sociale quotidiana". ( Corriere della Sera d'oggi)
Se i dati forniti dal famoso studioso di linguistica corrispondono al vero, c'è da stare poco allegri.
f. v.

27 novembre 2011

RICORDI...

Questa estate è volata via in un soffio. Stamattina c'è freddo. Solo un' antica poesia di Arthur Rimbaud, insieme ad altri ricordi, riscaldano il mio cuore...


Traduzione italiana del testo di Rimbaud: SENSAZIONE

Le sere blu d'estate andrò per i sentieri,
punzecchiato dal grano, a pestar l'erba fine:
sentirò, trasognato, quella frescura ai piedi,
e lascerò che il vento bagni il mio capo nudo.

Io non dirò parole, non penserò più nulla:
ma l'amore infinito mi salirà nel petto,
e lontano, lontano, andrò come uno zingaro,
per la Natura, - lieto come con una donna.





24 novembre 2011

Andrea Camilleri. Una storia di mafia

L’ultimo racconto di Andrea Camilleri La setta degli angeli, pubblicato da Sellerio un mese fa, prende spunto da fatti realmente accaduti nel 1901 in un paese della provincia di Palermo. E’ lo stesso autore a dichiararlo in un articolo apparso oggi sul settimanale del Corriere della Sera. In esso lo scrittore rivela la sua fonte: la ristampa anastatica di un vecchio libro dell’Avv. Matteo Teresi, Con la patria nel cuore (1925), realizzata dal Comune di Alia nel 2001.

Matteo Teresi, uno dei tanti socialisti umanitari dell’800, era l’avvocato dei poveri di Alia. Difendeva gratuitamente i contadini del suo paese dagli abusi degli agrari. Redigeva un foglio, La Battaglia, attraverso il quale denunziava con coraggio i soprusi della mafia, del clero e delle classi dirigenti. Ma la sua era una voce solitaria e perciò non rappresentava un reale pericolo. Anche se malvisto, bandito dalla buona società, lo si lasciava vivere considerato com’era dai più un illuso don Chisciotte.

Tutto questo fino al 1901 quando un prete del luogo viene arrestato per aver messo incinta una ragazza minorenne. Il fatto produce un certo scalpore che non valica le mura del paese. Senonchè Teresi fiuta qualcosa di grosso dietro quell’episodio e si mette a seguire una pista che lo porta a fare un’incredibile scoperta. E cioè che alcuni preti, con la complicità di certe figure di spicco del paese, associati in una setta, con tanto di statuto, organizzavano “esercizi spirituali” allo scopo di plagiare ragazze minorenni alle quali si prometteva il paradiso in cambio di favori sessuali.

Teresi pubblica tutto sul suo giornale, con nomi e cognomi. La notizia viene ripresa dalla stampa nazionale e scoppia uno scandalo d’inattese proporzioni. Teresi si aspetta un certo consenso dai suoi compaesani. Ma sarà ben presto deluso. Può darsi che nel chiuso di qualche casa si sussurrino parole d’ammirazione per il suo coraggio, ma nessuno osa prendere apertamente posizione in suo favore, nemmeno i familiari delle donne vittime degli abusi sessuali. Poi qualcuno, nei circoli, nei saloni, per strada, comincia a criticare Teresi per avere “infangato” un intero paese con le sue rivelazioni. La mafia si fa viva con lettere anonime e il solito repertorio di agnelli sgozzati, ponendolo davanti a un aut aut: o la morte o andar via da Alia. E così, per salvare la pelle, l’Avv. Teresi fu costretto ad imbarcarsi per l’America.

Per concludere mi piace riportare le parole con cui Andrea Camilleri conclude il suo articolo: “Il disprezzo, la condanna morale che avrebbero dovuto subire gli autori dei reati vennero stornati da questi verso colui che quei reati aveva denunciato. Fu il denunziatore a essere disprezzato, emarginato, condannato ad emigrare. […]. Se il povero Teresi credette, come altri dopo di lui, che la verità fosse rivoluzionaria, per i potenti la rivelazione della verità fu, e continua ad essere, un intollerabile atto eversivo”.

FRANCESCO VIRGA

P.S. : E’ opportuno rilevare che una vicenda simile a quella raccontata da Camilleri nel suo ultimo libro, come lo stesso scrittore non manca di notare, era stata denunciata da Don Luigi Sturzo, nel giornale Il Sole del Mezzogiorno del 15 luglio 1901, con queste parole: «I lettori non sanno che in Palizzolo, tra alcuni preti degenerati, indegni del ministero sacerdotale e del nome di uomini, esiste una setta, detta per irrisione angelica. Questi settari, abusando del Sacramento della Confessione, inducono alcune penitenti ad atti ignominiosi… Questa setta è circondata dal massimo mistero, i preti-settari fanno le viste di persone di orazione e le beghine sono le più assidue alle lunghe (troppo lunghe) pratiche di pietà in chiesa. Il fatto che questi preti siano stati deferiti all’Autorità giudiziaria per corruzione di minorenni ha svelato la turpissima setta di Palizzolo e ha fatto conoscere il suo segreto statuto».

Naturalmente non è la sede questa per fare una valutazione critica delle fonti utilizzate da Camilleri. Questa triste vicenda, insieme a tante altre meno note, può aiutare comunque a comprendere alcune delle ragioni storiche che hanno fatto prosperare nel mondo popolare siciliano, e non solo, un certo anticlericalismo.

Peraltro, chi vorrà fare la vera storia del Fascio dei lavoratori di Marineo della fine dell’800 dovrà mettere a fuoco bene la figura del prete, Padre Romeo, che ebbe un ruolo rilevante nell’organizzazione del fascio marinese.

f. v.