31 dicembre 2016

PANE E ROSE per ogni giorno del 2017



Abbiamo bisogno di contadini, di poeti, di gente che sa fare il pane,
di gente che ama gli alberi e riconosce il vento.
Più che l'anno della crescita, ci vorrebbe l'anno dell'attenzione.
Attenzione a chi cade, attenzione al sole che nasce e che muore,
attenzione ai ragazzi che crescono,
attenzione anche a un semplice lampione,
a un muro scrostato.
Oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere,
significa rallentare più che accelerare,
significa dare valore al silenzio, al buio, alla luce,
alla fragilità, alla dolcezza.


Franco Arminio/da "Geografia commossa dell'Italia interna"

A MARINEO SI CONTINUA A SPRECARE ACQUA E UOMINI


       A Marineo la storia sembra ripetersi continuamente. Al comando del paese da 50 anni, con qualche breve interruzione,  si trovano le stesse persone e le stesse famiglie. E' questo il vero problema che sta alla base dell' ennesima emergenza idrica che ha lasciato il paese privo d'acqua a Natale e capodanno. Discuteremo in un'altra occasione delle responsabilità che, in diversa misura, abbiamo tutti al riguardo. Oggi, per tornare al fatto che  tanti marinesi non potranno neppure lavarsi nel giorno di Capodanno, ripropongo un pezzo  pubblicato in questo stesso blog quattro anni fa:

  



 SPRECO D' ACQUA E DI UOMINI
  di Francesco Virga

            A Marineo ci sono voluti più di tre giorni per riparare una perdita di acqua dalla rete idrica, ridotta ormai ad un colabrodo. E la perdita si è verificata nella via principale del  paese, a meno di cento metri dal Municipio. Figuriamoci quanto tempo sarebbe trascorso se la perdita si fosse verificata in periferia!

          Ma a Marineo, come in tanti altri Comuni dell’isola, si verificano ogni  giorno episodi simili di spreco. La cosa che più stupisce è che nessuno sembra meravigliarsi di quanto accade. Sembra addirittura che sfugga a tanti il rapporto stretto esistente tra la penuria di acqua  nelle case (dove, nel migliore dei casi, l’acqua corrente arriva per qualche ora a giorni alterni)  e la sua enorme perdita,  per mille rivoli,  dalle condutture.
          Mi sono tornate alla mente  parole dimenticate, parole scritte più di 50 anni fa da Danilo Dolci in uno dei suoi libri più bello ed attuale:
      “lo spreco dell’acqua nella Sicilia occidentale, dove vanno a mare, considerando solo i maggiori bacini, circa 200 milioni di metri cubi d’acqua ogni anno, senza che questo costituisca una pubblica preoccupazione, mentre non solo in Israele ma in Egitto si fa meglio di noi.
[…] Siamo miopi, vediamo a fatica. Purtroppo è molto facile sprecare, sprecarsi, cominciando da noi stessi. C’è molto spesso un movimento solo apparente: come quando si pesta l’acqua nel mortaio. […]
         Come si può pretendere puntualità, concetto del valore del tempo, finchè non esiste concetto del valore dell’uomo?
        E come ci si può aspettare che una popolazone, spesso statica da secoli, si muova per realizzare una nuova vita, se essa non sa che vita diversa, vita nuova, può esistere? […] Come possono milioni di persone sapere che è loro possibile cambiare la faccia della loro terra, finchè il problema per loro non esiste? E come può nascere una pianificazione consapevole, coi piedi per terra, zona per zona, se non attraverso uno sforzo di comprensione e di qualificazione di tutto un popolo?
        Sono problemi soprattutto di struttura, di uomini, di competenze: l’importante è rompere, da qualche parte, il cerchio chiuso.” (D. Dolci, Spreco, Einaudi 1960)
          
http://cesim-marineo.blogspot.it/2012/07/spreco-di-acqua-e-di-uomini.html


AZIONE E LENTEZZA




«La calma nell’azione. Come una cascata diventa nella caduta più lenta e sospesa, così il grande uomo d’azione suole agire con più calma di quanto il suo impetuoso desiderio 
facesse prevedere prima dell’azione »

(Fredrich Nietzsche,
Umano, troppo umano, I)


SULLA POTENZA DELLE PAROLE



Una parola, e tutto è perduto;
una parola, e tutto è salvato.

André Breton

30 dicembre 2016

ANCORA SULLA FABBRICA DELLE MENZOGNE


Perfino il nome dei quattro Ministeri che ci governano manifestano una sorta di imprudenza nel loro deliberato stravolgimento dei fatti. Il Ministero della Pace si occupa della guerra, il Ministero della Verità fabbrica menzogne, il Ministero dell’Amore pratica la tortura, il Ministero dell’Abbondanza è responsabile della generale penuria di beni. Queste contraddizioni non sono casuali, né si originano dalla semplice ipocrisia: sono meditati esercizi di bipensiero. 

G. ORWELL, 1984

LA TELEVISIONE E' UNA FABBRICA D'ARMI


       Pasolini, fin dai primi anni sessanta, ha sostenuto che la TV - definita da Vincenzo Consolo "una fabbrica d'armi" - è stata inventata "per la diffusione della menzogna". fv


“Mentire è umano”
     Pasquale Vitagliano

“Faremo una televisione che racconta la realtà. Così come l’avrebbe voluta Pasolini”, parola di Angelo Guglielmi, a capo di Rai Tre a fine anni ’80. Da questa linea – non va dimenticato che l’allora direttore di rete proveniva dal Gruppo 63 – nacquero programmi storici del palinsesto televisivo come Chi lo ha visto? e Un giorno in Pretura. Non dubito che le intenzioni – ma anche i risultati a vedere il successo – fossero ottimi.  La premessa, invece, è stata malefica, se anche format come il Grande Fratello e tutti che ne sono seguiti Reality sono diretti discendenti di quell’enunciato.

lis


“Non c’è nulla di più incredibile della verità”. A voler riadattare questa storica battuta di Groucho Marx, direi che non c’è nulla di più falso della realtà. Della sua rappresentazione, chiaramente. E che all’opposto dell’interpretazione di Guglielmi, questo dilemma sia stato il principale cruccio di PPP o almeno del Pasolini regista. Il nodo è proprio questo: può essere rappresentata la realtà? Credo che questo è il tema della Modernità. E si tratta di un problema irrisolto ancora oggi che dalla Modernità siamo fuoriusciti. Suggerisco di (ri) vedere Rashomon di Akira Kurosawa per comprendere quanto esso sia centrale. E Rashomon in giapponese vuol dire appunto verità.
Il punto più drammatico e spinto di questo dilemma lo abbiamo anche già toccato. Ed è l’omicidio in diretta dell’ambasciatore russo ad Ankara da parte di un agente del servizio di sicurezza, in realtà (appunto) un radicale islamico. Il richiamo all’omicidio in diretta di Quinto Potere, se pur immediato, è scontato e superato. Ciò che è questa volta s’impone nella sua stupefacente rappresentazione è la potenza iconografica della scena nella fissità della fotografia. La perfetta simmetria del corpo disteso e dell’assassino col braccio alzato; il nero degli abiti in controcanto al bianco dello spazio; i quadri al muro che spezzano il vuoto dell’ambiente: è terribile, ma non si vede una goccia di sangue. Sembra un’installazione artistica ed invece è la scena (appunto) di un terribile assassinio. E’ incredibile. Ma vero.

da  https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2016/12/30/

CAPODANNO SENZ'ACQUA A MARINEO 1 e 2

Ecco come si perde l'acqua a Marineo!

     Abbiamo appena appreso che, da  oggi fino al 31 dicembre 2016, a seguito di una ordinanza di protezione civile, la distribuzione straordinaria di acqua non potabile, fruibile soltanto per uso igienico – sanitario, sarà garantita nel Comune di Marineo a mezzo autobotte.

      Qualche giorno fa scrivevamo che la  Sicilia è un' isola ricchissima d'acqua. Ma, ancora oggi, l'acqua non arriva in molte case dell'isola. Leonardo Sciascia e Danilo Dolci hanno scritto pagine indimenticabili al riguardo. E, alcune di queste, le potete trovare anche in questo blog.Ma, generalmente, in passato la carenza d'acqua si registrava durante i lunghi  mesi estivi. Un Natale senz'acqua non si era mai visto in Sicilia. Eppure quest'anno, nel giorno di Natale, in molte case di Marineo e Bolognetta l'acqua potabile non è arrivata. E a capodanno, alla luce di una comunicazione dell'AMAP che riprendiamo di seguito, sembra che tanti marinesi non potranno neppure lavarsi.
      Si prevede, pertanto, un capodanno senz'acqua.Meno male che a Marineo il vino non è mai mancato!  fv

 *****
Ecco il comunicato ufficiale dell' AMAP
 AMAP Coordinamento Area Provinciale – Struttura Gestione Reti Provinciali

     
TURNAZIONE EROGAZIONE IDRICA EMERGENZIALE ALLE UTENZE DELLA CITTA’ DI MARINEO
A CAUSA DELLA LIMITATA DISPONIBILITÀ’ DI RISORSE IDRICHE APPROVIGIONABILI  DALLE SORGENTI SI COMUNICA CHE DAL GIORNO 2 GENNAIO 2017 LA DISTRIBUZIONE IDRICA ALLEE UTEZE DEL COMUNE DI MARINEO AVVERRÀ’ SECONDO IL SEGUENTE PROGRAMMA DI EROGAZIONE:
LUNEDI’/GIOVEDI’/DOMENICA
DURATA EROGAZIONE 2 ORE ZONE SERVITE: QUARTIERE VARIANTE PARTE ALTA, QUARTIERE CALVARIO, COMPRESO ZONE PIANO – CORSO DEI MILLE PARTE ALTA – VIA AGRIGENTO – VIA SIRACUSA E VIA VITTORIO EMANUELE
MARTEDI’/VENERDI
DURATA EROGAZIONE 2 ORE ZONE SERVITE: QUARTIERE COZZO, COMPRESO ZONE CORSO DEI MILLE PARTE BASSA – VIA S.ANTONIO – VIA CORLEONE – VIA LICASTRI
MERCOLEDI’/SABATO
DURATA EROGAZIONE 2 ORE ZONE  SERVITE  QUARTIERE SERRA (BALATA), QUARTIERE SAN MICHELE, QUARTIERE CONVENTO, QUARTIERE CROCIFISSO
COMPRESO ZONE VIA PACINI – VIA FASCI SICILIANI – VIA SERRA CAVALLARO – VIA ROMEO   – VIA MONTEGRAPPA
MERCOLEDÌ
DURATA EROGAZIONE 4 ORE  ZONE  SERVITE:   CONTRADA LUISA
SABATO
DURATA EROGAZIONE 4 ORE  ZONE  SERVITE:  CONTRADA CATENA E CONTRADA ROCCA BIANCA

LA SUDDETTA PROGRAMMAZIONE POTRÀ’ SUBIRE MODIFICHE IN RELAZIONE ALLE RISERVE IDRICHE ACCUMULATE NEI SERBATOI GORGACCIO E ROCCA E/O AD INTERRUZIONI DEGLI IMPIANTI DI POMPAGGIO STRETTO E RISALAIMI.

 *******


             Riprendo dal mio diario fb alcuni commenti pervenuti:

Sebastiana Nella Caruso: ma come si spiega ? Ha piovuto per tutto l'autunno !

Francesco Virga: Occorre solo un pò d' immaginazione e si spiega tutto! Altrimenti leggi quanto ho scritto sull'argomento, anche in precedenti post, e troverai la risposta alla tua innocente e legittima domanda.

Claudio Riccardi: Sperando che almeno il vino ci sia....auguri Prof...

Ezio Spataro: L'ente che gestisce l'acqua come giustifica tale disservizio? Il sindaco cosa dice in merito?

Francesco Virga: Ma c'è un Sindaco a Marineo?
Al riguardo sembra che ci sia un pò di confusione...Mi risulta, ad esempio, che a discutere del grave problema della frana provocata dalla cava dei Perrone il Sindaco, formalmente eletto,  abbia delegato altri a rappresentarlo.

Nino Pepe: Se speriamo che l'amministrazione comunale risolva il problema dell'acqua, siamo fuori dalla realtà. Quelli non risolveranno niente, semplicemente perchè sono incapaci

Francesco Virga :Sarebbe davvero ora che ogni ente, ogni amministratore e ogni cittadino  si assumesse le proprie responsabilità.

Francesco Cangialosi: Il sindaco oggi ha detto ad una cittadina che la colpa è dell'opposizione

Ezio Spataro: secondo me è colpa di Grillo o della Raggi, uno dei due.

Francesco Virga: Ezio ogni tanto ama scherzare. Ma su questo problema c'è poco da ridere. Senz'acqua non si vive. Ed è assurdo e inaccettabile che nel 2000 non si riesca a portare l'acqua nelle case delle persone. Gli israeliani sono stati capaci di trasformare il deserto in giardini!

Nino Pepe: Quelli sono intelligenti, operativi e innovativi. Questi nostri sono esattamente il contrario.
Ricordate Medellin, la città famosa per la guerra della droga? Ebbene, per merito di un'amministrazione comunale illuminata nel giro di pochi anni è diventata una delle città più moderne, all'avanguardia in tutto, nei trasporti, nei servizi ai cittadini, nella pulizia, nell'innovazione, ecc. ed è stata anche premiata per questo.
Perché non ci facciamo prestare per 5 anni quegli amministratori?



Francesco Virga: Anche se comprendo il senso della provocazione di Nino Pepe, non credo che Medellin sia un modello da seguire...Penso che a Marineo ci siano sufficienti risorse per ridare al paese il governo che si merita. Ricordo, al riguardo, che questo stesso dibattito ha preso avvio da un intervento di Nino Di Sclafani  che mi piace riprendere:

  ORA BASTA !!! Dietro l'invito rivoltomi da molti cittadini penso che sia opportuno incominciare a tirare fuori i denti e superare la rassegnazione rispetto a tutti i disservizi che siamo costretti a subire. Stamani ho incontrato i responsabili dell'AMAP e pare che, se tutto va bene, avremo l'acqua ogni quattro giorni. Non ho motivo di dubitare della loro buona fede ( scarse piogge, problemi creati dall'Enel, rete fatiscente) ma sono stanco di vivere in un paese dove mentre altrove si parla di autostrade digitali, fibra ottica, TAV etc da noi mancano i servizi essenziali. Un paese in perenne crisi idrica, dove se soffia un po' di vento subito va via la luce, dove un minimo disguido crea il mancato ritiro dell'immondizia, dove quando ti rivolgi a qualunque fornitore di utenze ti lasciano sbattere per giorni. Uno da solo non può far nulla, l'intera collettività che si muove determina invece un successo. (si veda la questione dell'olio di palma che ha fatto correre ai ripari tutti i produttori).
Quello che chiedo è che quantomeno la gente venga INFORMATA sulle tempistiche di soluzione dei disagi.
Offro questo spazio a tutti coloro che soffrono di queste inadeguatezze sistemiche perchè possano confrontarsi e ricevere informazioni. Inviterò l'AMAP, il Comune, gli Amministratori ad utilizzare questo gruppo per comunicare lo stato dell'arte dei problemi, i turni e gli orari della distribuzione idrica etc.
Vi aspetto numerosi in questo spazio aperto per confrontarci.
Nino Di Sclafani

 

W. SZYMBORSKA, Nulla due volte accade




Nulla due volte accade Né accadrà. Per tal ragione Nasciamo senza esperienza, moriamo senza assuefazione.
 
Anche agli alunni più ottusi Della scuola del pianeta Di ripeter non è dato Le stagioni del passato.
 
Non c’è giorno che ritorni, non due notti uguali uguali, né due baci somiglianti, né due sguardi tali e quali.
 
Ieri, quando il tuo nome Qualcuno ha pronunciato, mi è parso che una rosa sbocciasse sul selciato.
 
Oggi che stiamo insieme, ho rivolto gli occhi altrove. Una rosa? Ma cos’è? Forse pietra, o forse fiore?
 
Perché tu, ora malvagia, dài paura e incertezza? Ci sei – perciò devi passare. Passerai – e in ciò sta la bellezza.
 
Cercheremo un’armonia, sorridenti, fra le braccia, anche se siamo diversi come due gocce d’acqua.

Wislawa Szymborska

29 dicembre 2016

LA FELICITA' DI J. L. BORGES

Le saline di Marsala di fronte a Mothia

La felicità

Chi abbraccia una donna è Adamo. La donna è Eva.
Tutto accade per la prima volta.

Ho visto una cosa bianca in cielo. Mi dicono che è la luna, ma
Che posso fare con una parola e con una mitologia?

Gli alberi mi fanno un poco paura. Sono così belli.
I tranquilli animali si avvicinano perché io gli dica il loro nome.
I libri della biblioteca sono senza lettere. Se li apro appaiono.
Sfogliando l’Atlante progetto la forma di Sumatra.

Chi accende un fiammifero al buio sta inventando il fuoco.
Nello specchio c’è un altro che spia.
Chi guarda il mare vede l’Inghilterra.
Chi pronuncia un verso di Liliencron partecipa alla battaglia.

Ho sognato Cartagine e le legioni che desolarono Cartagine.
Ho sognato la spada e la bilancia.

Sia lodato l’amore che non ha né possessore né posseduta, ma entrambi si donano.
Sia lodato l’incubo che ci rivela che possiamo creare l’Inferno.

Chi si bagna in un fiume si bagna nel Gange.
Chi guarda una clessidra vede la dissoluzione di un impero.
Chi maneggia un pugnale prevede la morte di Cesare.
Chi dorme è tutti gli uomini.

Ho visto nel deserto la giovane Sfinge appena scolpita.
Non c’è nulla di antico sotto il sole.
Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.
Chi legge le mie parole sta inventandole.

J. L. BORGES

UNA NUOVA STORIA DI SAN FRANCESCO


Pietro Valdo e San Francesco. Due vite parallele: ricchi mercanti, convertiti ad un cristianesimo ascetico e comunistico, critici di una Chiesa potenza terrena. Ma diventati uno sinonimo di eresia e l'altro di santità. Chiara Mercuri racconta come la beatificazione immediata di Francesco servì ad attenuare la pericolosità sociale del suo messaggio.

Alessandra Santagata

Il più celebre poverello meglio santo che uomo pericoloso

Quando una biografia diventa agiografia si apre uno spazio per gli storici. Lo sanno bene i tanti studiosi che si sono cimentati con la complessa figura di Francesco d’Assisi, personalità rivoluzionaria nella storia della Chiesa, per secoli punto di riferimento dei movimenti di riforma e oggi del pontificato di papa Bergoglio. Con il suo Francesco d’Assisi. La storia negata (Laterza, pp.228, euro 16) Chiara Mercuri ci restituisce sulla base degli studi e delle fonti la dimensione autentica del «poverello d’Assisi», quella di uomo che fu reso meno pericoloso una volta trasfigurato in un santo.

Una storia appassionante che si snoda dal XIII secolo alla fine del XIX, quando Paul Sabatier, storico allievo di Ernest Renan, ritrovò tra i codici della biblioteca Mazarine le tracce della biografia di Francesco scritta da frate Leone del nucleo originario della Porziuncola.
Una storia di persecuzione e di resistenza, raccontata con le doti di una grande narratrice che fa sentire al lettore l’odore acre delle stanze mal riscaldate, la passione di un gruppo di giovani benestanti che avevano abbandonato tutto (ricchezza, affetti e famiglia) per dedicarsi alla causa, e da ultimo il dolore di coloro che dopo la morte della loro guida si sentiranno defraudati della sua memoria.

Le vicende storiche di Francesco e del francescanesimo sono oggi note grazie a una ricchissima mole di studi che ha riempito le biblioteche del mondo. Mercuri prende le mosse dagli ultimi momenti della vita del frate, di cui le autorità comunali sorvegliavano l’agonia con l’intento di non farsi privare del cadavere. Siamo nell’ottobre 1226 e la canonizzazione arriverà appena due anni dopo per volontà di papa Gregorio IX.

Dietro a questa decisione c’era però anche la volontà di porre fine alle dispute che si erano aperte nell’Ordine e che vedevano contrapporsi i frati che volevano restare fedeli al suo insegnamento e quella componente lontana geograficamente e spiritualmente da Assisi che interpretava in modo più blando la parola d’ordine «povertà».

Rientrano in questo processo di «normalizzazione» la decisione del papa di far costruire una grandiosa basilica destinata a divenire la nuova tomba del santo e, soprattutto, l’incarico affidato a frate Tommaso da Celano di scrivere la Vita del padre fondatore. Il risultato sarà deludente per tutti, tanto per i compagni di Francesco, che non si potevano riconoscere in una rappresentazione sincera, ma letteraria e stereotipata, quanto per il committente che si aspettava un santo adornato di molti miracoli per mettere a tacere i detrattori della canonizzazione. In ogni caso – prosegue Mercuri – la biografia Tommaso rimarrà per anni la sola ufficiale conoscendo un’ampia diffusione e, nello stesso tempo, alimentando il bisogno di mantenere viva una memoria alternativa.

Arriviamo così al momento chiave di questa storia: l’avvio dell’inchiesta del promossa dal generale dell’Ordine, Crescenzio da Iesi, la seconda commissione a Tommaso e la decisione di tre dei compagni più stretti di Francesco, uno dei quali era il suo confessore, nonché «segretario», frate Leone, di inviare il materiale richiesto accompagnato da una lettera, datata Greccio 1246, con la quale venivano presentati alcuni materiali ritenuti utili per scrivere una storia meno miracolistica e più autentica.

Si trattava probabilmente di due testi, uno dei quali era la Leggenda dei tre compagni che si concentrava soprattutto sulla giovinezza di Francesco. Il secondo, andato perduto nella sua forma originale, è in larga parte confluito nella Compilazione di Assisi e sarà questo il testo di cui faticosamente Sabatier ritroverà le tracce; un testo caratterizzato da una forma volutamente scarna ed essenziale che diventerà il principale obiettivo della campagna repressiva del generale Bonaventura da Bagnoregio, che nel 1266 imporrà di radunare e distruggere tutte le precedenti biografie, appunti e notizie.
Sulla base dei due documenti sopra citati Mercuri ricostruisce gli snodi principali della vita di Francesco e della sua comunità, sostanzialmente rimossi o radicalmente modificati nella «biografia ufficiale» sistematizzata da Bonaventura nella Leggenda Maggiore. Tra gli elementi più interessanti l’autrice menziona e analizza: l’estrazione elevata e il buon livello culturale dei giovani compagni di Assisi attratti dal carisma di Francesco; lo stretto rapporto con Chiara, le sue sorelle e le altre donne che entreranno a far parte del gruppo, a loro volta alla ricerca di un via d’uscita dall’oppressione del sistema patriarcale; l’organizzazione dal basso di una comunità che rifiutava il denaro, ma non il corpo con le sue esigenze e i suoi appetiti.

Dalla ricostruzione emerge quindi il profilo di un gruppo di sperimentatori che lentamente si dà una forma vitae povera e per i poveri e, come noto, nel percorso si confronta e scontra con l’autorità ecclesiastica e con le correnti interne che si vanno sviluppando lontano da Assisi e contestano la Regola originaria.

La ricostruzione si chiude con la malattia di Francesco, stremato dallo scontro che non si aspettava, e con la dettatura del Cantico e del Testamento. La resistenza del gruppo originario continuerà clandestina, talvolta individualmente nei conventi «senza fare né lite né questione», come aveva raccomandato Francesco, ma anche nella disobbedienza della scrittura per mantenere viva la memoria, per lasciare un messaggio firmato semplicemente «Noi che fummo con lui».


Il Manifesto – 20 dicembre 2016