"Io
mi sono trovato, nei primi quindici anni di vita, a vivere dentro un
pirandellismo di natura . Gli ho dato nome e me ne sono fatta un'
ossessione quando, dopo aver visto Il fu Mattia Pascal di Marcel
L’Herbier, ho cominciato a leggere Pirandello . Gli altri; il giudizio
degli altri; il problema dell’identità; l’uno, nessuno e centomila,
insomma, furono la mia ossessione
quotidiana, nell’adolescenza. Era uno stato che rasentava la
schizofrenia. A un certo punto – grazie agli illuministi, ecco – mi sono
liberato di Pirandello, sono arrivato a detestarlo. Poi ci sono
tornato: serenamente, con grande amore. Con questo mio stretto
conterraneo ho avuto, si può dire, un rapporto molto somigliante a
quello del figlio col padre. Anche il fascismo di Pirandello lo vedo
oggi come un errore del padre, che il padre (e anche mio padre che lo è
stato per quieto vivere) non poteva non fare.
Leonardo Sciascia - Davide Lajolo, Conversazione in una stanza chiusa
Leonardo Sciascia - Davide Lajolo, Conversazione in una stanza chiusa
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