28 giugno 2020

L. SCIASCIA E L. PIRANDELLO











"Io mi sono trovato, nei primi quindici anni di vita, a vivere dentro un pirandellismo di natura . Gli ho dato nome e me ne sono fatta un' ossessione quando, dopo aver visto Il fu Mattia Pascal di Marcel L’Herbier, ho cominciato a leggere Pirandello . Gli altri; il giudizio degli altri; il problema dell’identità; l’uno, nessuno e centomila, insomma, furono la mia ossessione quotidiana, nell’adolescenza. Era uno stato che rasentava la schizofrenia. A un certo punto – grazie agli illuministi, ecco – mi sono liberato di Pirandello, sono arrivato a detestarlo. Poi ci sono tornato: serenamente, con grande amore. Con questo mio stretto conterraneo ho avuto, si può dire, un rapporto molto somigliante a quello del figlio col padre. Anche il fascismo di Pirandello lo vedo oggi come un errore del padre, che il padre (e anche mio padre che lo è stato per quieto vivere) non poteva non fare.

Leonardo Sciascia - Davide Lajolo, Conversazione in una stanza chiusa

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