12 giugno 2020

IN TANTI CHIEDONO LE DIMISSIONI DI ALBERTO SAMONA' 1 e 2


Da IL FATTO QUOTIDIANO di ieri


     Mi piace riprendere stamattina due argute note scritte da amici, in margine ad un noto fatto di cronaca (sempre più nera!):


1. Alberto Samonà, nominato dal presidente della Regione Musumeci assessore alla Cultura e all’Identità siciliana, massone in sonno, ex militante del Fronte della Gioventù e ora leghista dopo un passaggio burrascoso nel Movimento 5 Stelle, è anche poeta. Non un poeta qualsiasi, uno che scrive versi sulle albe e i tramonti, ma un poeta di rimpianto.

Una ventina d’anni fa (scoop del Fatto Quotidiano) ha scritto una poesia sulle SS, le famigerate squadre d’assalto di Hitler, che ha definito i “monaci dell’onore”.

Adesso, questo rampollo di famiglia aristocratica siciliana nega come chi è stato preso con le mani nel sacco, in modo infantile, confuso e poco credibile. Ovviamente, è stato difeso da Salvini che ha cercato di annullarne le responsabilità mettendo nel calderone fascisti, nazisti, comunisti. Il solito gioco.

 E dire che la famiglia Samonà negli anni Sessanta aveva ospitato persone del calibro di Moravia, Antonioni, Tomasi di Lampedusa, Lucio Piccolo, Corrado Cagli. Che dire? Fossi in Musumeci, persona che conosco da quando era al liceo, e certo non è un volgare fascista, lo solleverei dall’incarico per nominarlo cittadino onorario dell’isola Ferdinandea, l’isola che non c’è, l’isola emersa dal mare nel 1831, tra Sciacca e Pantelleria, e scomparsa quasi subito. E dire che quel pezzo di lava fu conteso da Francia e Inghilterra! Mi pare una buona e onorevole via d’uscita.

Piero Isgrò,  12 giugno 2020  dal suo diario fb

******

2. L’orrore, l’orrore. Bisogna essere amici dell’orrore.
La lezione di Conrad, finemente interpretata da Marlon Brando nell’Apocalypse Now di Coppola, ha sempre accompagnato la mia vita, a volte per spiritoso motto di spirito, altre volte seriamente.
Tuttavia, quasi più dei massacri, mi ha sempre sconvolto la loro ombra proiettata nella nostra vita quotidiana, quando il computo richiesto all’abisso diventa convivenza indifferente di ogni giorno, gestione del discorso pubblico, calcolo, azzeccagarbuglismo. Una forma dello scendere a patti con l’inferno, per le più svariate e variegate ragioni.
Il nazismo esoterico ha radici profonde in Sicilia, almeno quanto gli intrecci misteriosi, mai del tutto chiariti, della destra eversiva italiana con Cosa Nostra siciliana. Pio Filippani Ronconi, indologo esoterista, tantrista, appassionato di una cosa enigmatica ai più e non solo da lui definita “la via della mano sinistra”, fu un alto ufficiale della Legione italiana delle SS e periodicamente negli anni ‘80 teneva dotte prolusioni a Palermo, regolarmente invitato. Il professor Furio Jesi condusse proprio all’università di Palermo parte dei suoi studi sul nazismo magico. E non mi sfugge che universi come quelli tolkeniani, per esempio, oppure indologici registrino parimenti medesime incursioni di appassionati provenienti da parti politiche opposte. Argomenti interessanti e persino poco indagati. Ma io che voglio approfondirli non faccio l’assessore regionale. Talvolta ci sono semplici motivi di opportunità. L’altra strada, invece, messo da parte il criterio dell’opportunità, è costringere chi non si sente di lanciare anatemi in nessun caso e contro nessuno (magari per propri motivi politici) di dover calcolare attentamente quante once dell’ombra di massacri o di orrore possano mai essere compatibili con una carica pubblica, oppure quante e quali abiure siano necessarie ad emendarsi. È già solo questo (i distinguo, i codicilli, le subordinate) aprono il portello delle bocche dell’inferno.
Quando al semplice, civile criterio dell’opportunità si vuole sostituire la sola propria forza, fosse pure giustificata da legittimità politiche o consensi elettorali, ho sempre il dubbio che buon senso e buona fede si dileguino, in favore dell’oscuramento della ragione, con tutto quel che ne consegue. Se la ragione si oscura, perché non chiedermi se dopo tutto anche quella di Primo Levi sia esclusivamente una testimonianza di parte, che vada finalmente compensata dall’altrettanto legittimo punto di vista dei suoi carnefici?
Simpatico che la Sicilia discuta di SS. Lo fa negli stessi modi in cui ha dibattuto di stragi e di omicidi di mafia. Perciò, da visionario che non vi auguro di diventare, ho sempre visto un nesso tra questi due argomenti estremi. E avendone scritto, mettendoci la faccia, vi ripropongo ossessivo l’interrogativo che allora mi posi: ma secondo voi, quando si è fottuta la Sicilia?  

Piero Melati, 12 giugno 2020   (testo ripreso dal suo diario fb)


Nessun commento:

Posta un commento