22 dicembre 2021

PASOLINI, La luce del Natale

 



Sono gli ultimi giorni dell’anno. Il benessere

accende, verso sera, in tutti gli uomini

una specie di follia: la smania inespressa

di essere più felici di quanto siano …


E’ sempre una speranza che dà pietà: anche

il piccolo borghese più cieco ha ragione

di averla, di tremarne: c’è un istante

in cui anch’egli infine vive di passione.


E tutta la capitale di questo povero paese

è un solo ansito di macchine, una corsa

angosciata verso le antiche spese

di Natale, come a una necessità risorta.


Potente luce di Luglio, ritorna, oscura

questo debole crepuscolo di pace,

che non è pace, questo conforto ch’è paura:

ridà parole al dolore che tace.


Manda i cadaveri ancora insanguinati

dei ragazzi che hai illuminato potente:

che vengano qui, tra questi riconsolati

benpensanti, tra questa dimentica gente.


Vengano, con dietro il tuo chiarore di piazze

fatte campi di battaglia o cimiteri,

tra queste ciniche chiese dove la razza

dei servi torna alla sua viltà di ieri.


Vengano tra noi, a cui non è rimasta

che la speranza di una lotta che dispera:

non c’è più luce di Natale, o di Pasqua.

Tu, sei la luce, ormai, dell’Italia vera.


21 gennaio 1961 – Pubblicata sull'Unità


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