Essere un
istante
La certezza
arriva come uno stordimento.
Si vive per i
momenti di luce. O di oscurità.
Il resto sono
le ore, i fondali,
il grigiore
della fatica. Il resto è niente.
È un momento.
Il corpo si disabita e smette
di essere la
trasparenza con cui vede se stesso.
Si incorpora
nelle cose; diventa materia estranea
e possiamo
sentirlo da un luogo remoto.
Ricordo un
istante in cui Parigi
mi cadde
addosso con il peso di una stella spenta.
Ricordo quella
pioggia totale. Parigi è triste.
Tutto ciò che
è bello è triste finché esiste il tempo.
Vivere è
fermarsi con il piede alzato,
è perdere un
passo, è guadagnare un secondo.
Quando guardi
passare un fiume, non vedi l'acqua.
Vivere è
vedere l'acqua; fissare il suo rilievo.
Il mio vagare
poggiava sul parapetto di ferro
del Pont des
Arts. Improvvisamente, la vita balenò.
Pioveva sulla
Senna e l'acqua, crivellata,
era diventata
pietra, cenere di lava indurita.
Niente altera
il suo ordine. È solo un battito
dell'essere
che, a sorpresa, diventa percepibile.
E dentro si
sente la compattezza del ferro,
e noi siamo lo
sguardo stesso che ci trafigge.
La lucidità
sceglie i momenti inaspettati.
Come quando in
sala proiezioni un guasto
interrompe
l'azione, lascia un fermo immagine.
Presto il
ritmo continua. E la caduta continua.
La pesante
sagoma del Louvre non si adattava
allo spazio.
Era installata in una
parte di me,
era un pezzo di quella coscienza totale
che trafiggeva
la certezza assoluta con il suo raggio.
Essere un
istante Essere immersi tra le altre cose
che sono. Dopo
non c'è niente. Dopo l'universo
continua la
sua morte circolare nel vuoto.
Ma per un
attimo si ferma, vive.
Ricordo che
pioveva su Parigi. Anche gli alberi
erano eterni
sulla riva. Dopo un secondo,
le acque
ripresero il loro corso e io, ancora una volta,
le guardavo,
senza vederle, perdersi sotto il ponte.
(da Confini,
1971)
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Rafael
Guillén (Granada, 27 aprile 1933 – 4 maggio 2023), un poeta spagnolo della
Generazione del ‘50. Contribuì a rivitalizzare la poesia andalusa del
dopoguerra fondando e dirigendo nel 1957 la raccolta di poesie Veleta al Sur,
La sua poesia si interroga sull’amore, sul tempo e sul mistero della vita.
Leonardo Sciascia ha amato la sua poesia.
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