CARLO LEVI. UN TORINESE DEL SUD
Oggi ricorre l'anniversario dei 50 anni della scomparsa di un importante intellettuale, politico antifascista e pittore italiano. Durante il fascismo fu condannato al confino in Basilicata. Nel 1961 in occasione delle celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia a Torino per la Mostra delle Regioni, fu esposta un opera pittorica, il Telero, denominata "Lucania 61". L'opera era dedicata a Rocco Scotellaro, scrittore, poeta e sindaco contadino di Tricarico.
Carlo Levi "il torinese del sud" amava il Meridione d'Italia con le parole e le immagini. Nei suoi viaggi in Sicilia scrisse "Le parole sono pietre".
Nel maggio del 1972 fu candidato alle elezioni politiche nel collegio di Caltagirone, dove non venne eletto Senatore, ma Levi rimase in contatto con alcuni calatini, una tra queste la giovane poetessa e scrittrice Maria Attanasio che lo descrive così:
"Lo vidi la prima volta: gilè, aria un po’ trasognata e l’aspetto di un celebrante,
tra le spirali di fumo del suo sigaro e un parlare lento, quasi solenne, che un
gruppo di giovani in vibrante attesa ascoltava. […] Non ci fu quartiere, strada,
carruggio, che Carlo Levi non abbia attraversato circondato da folti gruppi di
giovani, e scortato da devotissimi braccianti, molti dei quali, ormai ricredutisi,
lo ascoltavano rapiti, chiamandolo compagno Maestro; non si tirava mai indie-
tro, salendo e scendendo scale della verticale Caltagirone, parlando, pacato e
rassicurante, con uomini e donne di quei quartieri, ma soprattutto ascoltando
con attenzione e curiosità le loro storie. Ad animare passo e parola di Carlo,
una profonda tensione conoscitiva verso uomini, luoghi, cose: verso la città
tutta, con le sue nebbie, il suo presente e il suo millenario vissuto. [...]. Alcuni
mesi dopo, alla vigila delle elezioni, mi consegnò un foglietto con una dedica
e un suo pensiero su Pavese, chiedendomi Perché voi giovani amate Pavese? "
Fonte : Aldo Gerbino, "Il fuoco sul volto. I giorni siciliani di Carlo Levi", Quaderns d'Italia 24, 2019.
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