A PASSI FERMI… tornerò
Tornerò giù per le trazzere
dei miei passi di bambina
dei miei nastri al vento
Dilaterò il tempo
sull’orizzonte dei miraggi
accoccolata sul trono di pietra
della mia montagna
Ai confini dei campi sfiderò i rovi
e ruberò le more
coi gelsi imbratterò
le mani e la veste di corallo
Chiederò al rosso dei papaveri
e al giallo delle spighe
se hanno custodito le mie attese
intessute con le trame dei miei sogni
Andrò allo stagno
a cui ho affidato i miei segreti
e saprò, dal gracidare
delle mie amiche rane,
che sono ancora lì
nei fondali limacciosi
Col sole ancora alto
ascolterò le voci ovattate
di mio padre, di mia madre
accarezzarmi il cuore rapito dalle fate
e dal latte appena munto
Nelle sere di tormenta
al fuoco del braciere
ascolterò la nonna snocciolare
la corona delle storie
mentre martella il guscio delle mandorle
per la promessa di Natale
E d’estate quando sentirò
le campane della festa
correrò coi bambini tra le bancarelle
di bambole di pezza e gelato di campagna e all’imbrunire,
imbambolata col naso all’insù, vedrò
la stessa magia dell’ omino sui fili
Un giorno a passi fermi tornerò
perché nelle notti dei silenzi
insostenibili silenzi
del tormentato canto del rimpianto
scopro che tra l’ebbrezza dei sogni,
l’orizzonte dei miraggi e il modulato dolente dopo dei miei giorni,
rimane un tempo sospeso
da rammendare
come la trama scucita della stessa tela
Perciò tornerò, perché da qui
ho imparato a riconoscermi nei giorni lontani, mentre marcavo il segno alla mia vita
E se troverò il mio campo arato col cemento
a dimenticanza della stagione dei ricordi
seminerò nuovi fiori e intreccerò ghirlande per ricomporre la tela
da portare con me oltre l’orizzonte
rannicchiata sul trono di pietra della mia montagna!
Francesca Albergamo luglio 2014
Nessun commento:
Posta un commento