Vi aggiorniamo presto sul convegno di ottobre intanto vi lascio con una riflessione di Pasolini che sembra di drammatica attualità:
«[...] Viviamo in uno strano periodo, in cui l’urgenza dell’agire non esclude, anzi, richiede assolutamente l’urgenza del capire: mai un fare è stato in così immediata dipendenza da un conoscere. E se una conciliazione dei vari modi di conoscenza (o almeno dei due fondamentali) è possibile, questa, ripetiamo, non può essere che drammatica: religiosa, senza autolesionismi o irrazionalismi mistici.
Come allora a unirci erano le difficoltà e i pericoli esterni, oggi dovrebbero essere le difficoltà e i pericoli interni: se le istituzioni e gli ideali democratici non sono minacciati da una scatenata violenza di eserciti, ma da una scissione che disgregando la società in una pratica e ideologica lotta di classe, disgrega in realtà la vita stessa, nella pienezza che questa raggiunge attuandosi nei singoli individui. E l’equilibrio (quello, supremo, della Resistenza) non va certo raggiunto cancellando uno dei termini del dilemma: ma vivendo il dilemma nel modo più rischioso, intellettualmente e sentimentalmente»
Estratto Testo del 1955, rinvenuto solo nel 2012 dall'Archivio del giornalista e saggista Giancarlo Vigorelli
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