03 settembre 2016

D. PASSANTINO, PASOLINI AIUTA A COMPRENDERE MEGLIO IL NOSTRO TEMPO


Questo bel pezzo di Domenico Passantino mostra  come Pasolini può aiutare a comprendere meglio anche il nostro tempo. fv


I memi e La Divina Mimesis di Pasolini

Mi è capitato, ascoltando e leggendo sul web alcuni di quelli che vengono chiamati "tormentoni estivi"e non capendone non solo e non tanto il significato, quanto il perché e le motivazioni che fanno diventare una frase, una canzone, una foto un "tormentone", mi è capitato, dicevo, di imbattermi nella parola meme.
Alcuni siti, infatti, parlando dei suddetti "tormentoni" ossia di questi modi di dire o di fare che si ripetono ossessivamente per una imitazione che si propaga nella società reale e virtuale, mettono in ballo il concetto di meme. (www.memegen.andiamo a comandare memes; I meme: fenomeni supervirali di Internet: l'ultimo citato è un articolo di Pietro Minto del 14 novembre 2014, nel quale con grafia incerta per il singolare e il plurale-viene utilizzato meme per il singolare e memes accanto a meme per il plurale, si parla di meme-ification, cioè di come si diventa-fortunatamente è disgraziatamente al tempo stesso- un meme).
Sul vocabolario Treccani.it il meme (pron.miim inglese) risulta che esso è un termine coniato da Richard Dawkins, nel suo libro Il gene egoista (1976), precisamente nel capitoloXI, che si intitola: LES "MEMES" NOVEAUX REPLICATEURS; Wikipedia accenna al plurale che dovrebbe essere memi e lo definisce un termine derivato dal verbo greco mimeomai che vuol dire imitare, passato attraverso l'inglese meme, pronunciato miim, è giunto all'italiano nella sua veste inglesizzata; viene definita altresì :
Una unità auto-propagantesi di evoluzione culturale, analoga a ciò che è il gene per la genetica.
Il meme, quindi, è un elemento di una cultura trasmesso per imitazione e lo studio dei meme si chiama oggi memetica.
Nel 1999 è uscito il libro di Susan Blackmore "La macchina del memi", nel quale, seppure il singolare presenta la grafia in i, si parla del meme/memi, come di quelle entità/unità di informazioni che, così come i geni hanno plasmato e formato, con l'evoluzione, il nostro patrimonio genetico, allo stesso modo hanno firmato e plasmato il nostro patrimonio memetico (azzardo io la nuova espressione!).
Il dizionario Treccani aggiunge, a proposito del meme:
...attraverso i meccanismi delle nuove tecnologie e dei nuovi prodotti, hashtag, Facebook, blog, email, You Tube ecc., usato a volte per fare pubblicità commerciale.
Internet è quindi il mezzo globale che permette l'imitazione a livello mondiale.
Imitazione. Meme. Mimeomai. Mimesis. In greco imitazione si dice mimesis. Ed è logico che mi venga in mente Pier Paolo Pasolini e La Divina mimesis.
Pasolini, già in Scritti corsari, in un intervento orale alla Festa dell'"Unità" di Milano nell'estate 1974, riportato a pag. 226, recante il titolo "Genocidio", anticipa quali saranno i temi del libro che sta scrivendo e che vedrà la luce, in una redazione incompleta, pubblicato nel novembre 1975, lo stesso mese in cui il poeta viene assassinato; si tratta da La Divina mimesis:
...immagino una specie di discesa agli Inferi, dove il protagonista(...) percorre la strada principale di una borgata di una grande città meridionale, probabilmente Roma, a gli appare una serie di visioni ciascuna delle quali corrisponde a una delle strada trasversali che sboccano su quella centrale. Ognuna di essa è una specie di bolgia, di girone infernale della Divina commedia: all'imbocco c'è un determinato modello di vita messo lì di soppiatto dal potere, al quale soprattutto i giovani, a più ancora i ragazzi, che vivono nella strada, si adeguano rapidamente...e adesso cercano di IMITARE il modello nuovo messo lì dalla classe dominante di nascosto.
L'IMITAZIONE (il maiuscolo nel testo citato è mio), la mimesis, sono quindi i nuovi valori che il potere dominante, il capitale transnazionale, impone subdolamente proponendo e propinando modelli di vita, di comportamento e di consumo che fanno di ogni cervello che può ripetere mimeticamente o memeticamente, se si preferisce il meme anglosassone, tale comportamento, tale unità di cultura che si trasmette nel patrimonio memetico. Un patrimonio fatto di memi che cambiano repentinamente, di giorno in giorno e ai quali non si fa nemmeno in tempo ad adeguarsi; basti pensare al fatto che i valori del clerico-fascismo quali Dio patria famiglia hanno corredato memeticamente il nostro patrimonio per migliaia di anni, mentre adesso, grazie a Internet e all'informazione mediatica di scala mondiale, informazioneche è virtuale ma che avviene rapidamente in tempo reale, i nuovi valori sono valori sono in virtù del fatto che riescono a cambiare e a mutare in qualcos'altro parimenti e potenzialmente riproducibile e ripetitibile dalle menti dell'audience. Attraverso gli organi di senso le informazioni così confezionate, valori effimeri, passano al cervello che lo ripete e li ripropone per un altro cervello in una specie di passaparola. D'altra parte in un villaggio quale è quello globale il passaparola, l'azione o il pensiero imitato, sono la normalità: come in un villaggio di provincia la pubblicità si fa per imitazione e la notizia vola di bocca in bocca, allo stesso identico modo nel villaggio globale i memi volano da consumatore a consumatore, in un propagarsi virale, facilitato dal mezzo memetico definitivo, totale e totalizzante che è il web.
Domenico Passantino

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