IL PINOCCHIO DI FRANCO SCALDATI AL TEATRO STABILE DI CATANIA
“La storia di Pinocchio è una storia di sevizie e di amore”, così Giorgio Manganelli sul mitico burattino amato e conosciuto in tutto il globo. Il nostro Pinocchio abita nel mondo di Franco Scaldati, siamo in una Sicilia che si fa metafora esistenziale in cui ogni pulsione umana, ogni sua inclinazione, sono estremizzate e portate al parossismo. La violenza è più violenta e l’amore si fa forza dirompente che travolge tutto. Il protagonista è un ragazzo siciliano che non ha ancora granché esperienza della vita, che è nato e cresciuto in un ambiente violento e apprende così un linguaggio fisico fatto di botte e sputi, soprusi e povertà, di rapporti brutali in cui vince sempre il più forte e il più furbo. La storia immortale del mitico Pinocchio collodiano è qui riscritta e diretta dalla dramaturg e regista siciliana Livia Gionfrida, in un dialogo intimo con la lingua e il mondo del Maestro Scaldati. Qui non si racconta di un bugiardo. Pinocchio è ingenuo, ed è il personaggio più onesto della nostra storia, calato in un mondo adulto falso e corrotto. I “grandi” sono troppo presi dai problemi della sopravvivenza e per essa sono disposti a tutto, non hanno tempo di pensare alla bellezza o alla bontà, che appaiono come cose inutili che non fanno profitto e riguardano solo il tempo dell’infanzia. Pinocchio invece, in quanto giovane, ha ancora vivo dentro di sé un innato legame con la natura e le sue forze, con la poesia e la bellezza, ha ancora molte domande da fare alla luna. Non sa bene cosa farsene, ma il suo spirito libero lo conduce a mal sopportare prepotenze e burocrazie della vita “regolare”. Così scappa più volte che può, nel tentativo di soddisfare una parte di sé che reclama bellezza, che cerca amicizia e l’affetto incondizionato della famiglia. Pinocchio scalcia e strepita, si ferisce e combatte, Pinocchio crede sempre a tutto e si stupisce continuamente osservando il mondo. Accanto a lui un candido Geppetto che in quanto adulto “fuori dagli schemi” suddetti, è considerato da tutti il pazzo del paese; e poi c’è la fata Turchina, tra santità e natura, una forza sovrannaturale che rimanda al potere misterioso delle tante figure femminili che Scaldati ha dipinto nelle sue opere. Il Gran Teatro del Mondo sta per cominciare, i fantasmi sono tutti in scena, e così i nostri sei attori formidabili giocano ad incarnare ruoli e colori, cambiando abiti e registri, passando dal cunto alla danza contemporanea, dal tragico al comico, in un susseguirsi di tipi e personaggi che ruotano in scena come in un carillon, raccontandoci il tempo presente attraverso una storia mitica.
NOTE
DI REGIA
Mi
avvicino in punta dei piedi alle parole di un grande maestro del
teatro italiano.
Pinocchio di
Franco Scaldati, opera inedita ed incompiuta, è un concerto di
suoni e colori che ricalca la mitica storia del burattino collodiano,
per trasportarla in una Sicilia cruda e tragicomica, un mondo
fiabesco dove uomini, fate, pupi e animali hanno lo stesso diritto di
parola e sono ugualmente impegnati nella violenta lotta alla
sopravvivenza.
È una storia di poveri, difettati, emarginati, di
innocenti. Qui la voce si fa carne e si moltiplica, scivolando in uno
spazio universale in cui il suono si fa presenza. Umorismo e tragedia
si intrecciano, come in tutto il percorso di questo grande poeta
siciliano, cantore da sempre degli ultimi.
Il ragazzo testa di
legno ed io ci siamo già incontrati in passato. Ora, accompagnata
dalla lingua straordinaria di Scaldati, lo intravedo mentre mi fa un
gesto osceno e si ributta in mare per vivere da pirata, assieme al
suo amato padre Geppetto e al suo amico Lucignolo. Libero.
Livia Gionfrida
TEATRO STABILE DI CATANIA
IL PINOCCHIO di Franco Scaldati
adattamento,
regia, scene e costumi di Livia
Gionfrida
con Aurora
Quattrocchi, Alessandra
Fazzino, Manuela
Ventura, Cosimo
Coltraro, Domenico
Ciaramitaro, Serena
Barone
luci Gaetano
La Mela
produzione Teatro
Stabile di Catania in
collaborazione con Teatro
Metropopola
Palazzo della cultura
CALENDARIO RAPPRESENTAZIONI
Tenerezze e violenze, desideri violati e soprusi, come sempre nel teatro del nostro grande Franco Scaldati che io metto a pari e definisco l Edoardo De Filippo palermitano.
RispondiEliminaPeccato non potere vedere lo spettacolo. Spero ne facciano un video. Grazie a Francesco Virga per questa importante notizia.