La luce di Cefalù
Vincenzo
Consolo
E’
un sorprendente teatro Cefalù, una scena abbagliante, una scatola
magica in cui s’incrociano tutti i raggi del mondo, è
una ouverture, un
preludio che allude a ogni Palermo, Granada. Toledo o Bagdad. E’ un
cervantino retablo
de las maravillas con
giochi di specchi, riflessi di luci e figure. Nella sua trama
serrata, nella sua conclusione murata – di mura possenti d’un
tempo remoto – si stende la città dalle falde della gran Rocca
paterna, fino al mare materno, la nobile strada d’ogni azzardo,
travaglio. L’ha tutta volta la sorte verso Occidente, con quel
roccioso, scosceso riparo del Capo che sembra voglia far obliare ogni
alba perlacea, aurorali colori <<d’oriental zaffiro>>,
immergendola nel fuoco d’un Magreb od Occaso, nello sprazzo perenne
di porpora e oro, nel cerimoniale fastoso che prelude alla fine, alla
notte. E un rosso corposo, radente la investe, incendia ogni piano,
ogni spigolo – case, torri del Duomo, la tonda possanza coronata di
mura del Capo – taglia in fulgore e in ombra porte sul mare,
bastioni, cortili e terrazze, piazze, tappeti a losanghe di vicoli e
strade.
Un pittore allora che in questa Cefalù pontificale stende
colori sopra la tela, non può la forza di questo occidente, il
corposo, fermo vibrante del suo bagliore. E così sono colori di
Giuseppe Forte: accesi, scanditi con nettezza di taglio di lama,
corposi, netti e vibranti nel tono loro primario. I neri i rossi gli
azzurri i bianchi i verdi i gialli si presentano allora in tutta la
loro perentorietà, in una festa squillante di accordi e stridori, di
contrappunti e dissonanze. Ma c’è, sopra ogni bassa nota, sopra
ogni peccato e squillante colore, un tono che tutto avvolge e
compone: quello della dorata luce di Cefalù si vedono ad esempio le
Case sotto la rocca, in quella scansione di piani, in quella
verticale ascensione o fuga musicale; si vedano le due Natura morta
con piastrelle siciliane; o il cielo e le onde schiumose di Cefalù:
dietro le mura o altri scorci e <<vedute>> della città.
Ma anche figure umane, le allegorie i simboli partecipano allo stesso
concerto. Pittore perfettamente adeguato alla sua città, Forte, a
Cefalù, alla sua straordinaria luce, alla magia del suo teatro, alla
forza della sua natura e alla profondità della sua storia.
Milano,
22 ottobre 1999
Nessun commento:
Posta un commento