Repetita iuvant! Ci pare opportuno riprendere un passo del testo di Nicolò Messina - integralmente pubblicato in esclusiva su questo Blog - che ha felicemente introdotto la lettura dei versi lorchiani realizzata questa estate:
Federico Garcia Lorca è forse la vittima più celebre di uno dei tanti eufemismi di cui sono assai fecondi tutti i fascismi, del suo tempo e di altri: ad esempio, soluzione finale o confino e deportazione, non molti anni fa scambiati per «villeggiatura» dalla fervida fantasia di un nostro ex-presidente del Consiglio.
In effetti, a García Lorca le pasean, cioè lo invitano a fare un paseo, una passeggiata, ovvero lo portano a passeggio, insieme ad
altri rojos della sua Granada, tutti
“sinistrorsi” pericolosi, un paseo
che ha un unico e solo punto d’arrivo: la fucilazione e la sepoltura frettolosa
in fosse comuni non registrate, che impedisce ai parenti l’elaborazione del
lutto, li priva della stessa consolazione dei rituali funebri: insomma, la
negazione della pietas, nella
fattispecie cattolica, perpetrata da presunti cattolicissimi neocrociati. Cruzada fu definito dai franchisti il
colpo di stato contro le istituzioni repubblicane ispiratore della guerra
civile (1936-1939). Ma si pensi anche, sull’onda degli eufemismi, ai tanti desaparecidos di tanti paesi del mondo
contemporaneo.
Il fascismo
golpista di Francisco Franco e dei suoi generali, sostenuto da quello di
legittimi presidenti di governo – Mussolini (1922-1943) e Hitler (1933-1945),
ma c’era nelle retrovie anche l’Estado
Novo di António Oliveira Salazar (1932-1967) –, pasea e limpia, “porta a
passeggio” e “ripulisce” la Spagna. Famose le limpiezas, le “grandi pulizie domestiche” di tante città, alle
quali accenna anche Leonardo Sciascia nel suo L’antimonio (1960). Famoso l’intervento terapeutico-sperimentale
dell’aviazione tedesca che bombarda a tappeto Guernica (Operazione Rügen, 26
aprile 1937), che non solo segna la genesi dello sconvolgente dipinto di Pablo
Picasso, ma anche – a casa nostra – la genesi di Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini: «Io ero, quell’inverno,
in preda ad astratti furori […] astratti, non eroici, non vivi; furori, in
qualche modo, per il genere umano perduto». E famoso anche l’altro intervento
chirurgico, danni collaterali compresi, dell’aviazione italiana a Barcellona
(16-18 marzo 1938).
Nicolò Messina
Nicolò Messina
Nessun commento:
Posta un commento