Nel mio ultimo viaggio in Spagna ho avuto il piacere d'incontrare l'amico Enrique Irazoqui, il Gesù dell'indimenticabile Vangelo pasoliniano, intervistato lo scorso giugno persino da LA CIVILTA' CATTOLICA.
Con Enrique non abbiamo parlato soltanto di Pasolini. Tra le tante ricordo particolarmente le parole che ha usato per descrivere con la sua ironia quanto accade nei nostri giorni in un paese dell'Andalusia: MARINALEDA. Confesso che ho stentato a credere a quanto mi raccontava.
Ritornato a Palermo ho voluto documentarmi meglio.
Oggi vi propongo la lettura di questo breve documentato rapporto che ho trovato sulla rete. Altri, ancora più ricchi di dettagli, sono scritti in lingua inglese.
Marinaleda, nel sud della Spagna, il paese che non sente la crisi
Disoccupazione allo 0 per cento, case che costano 15 euro al mese, terre espropriate ai latifondisti e distribuite ai lavoratori. Sembra la lista dei desideri di qualche socialista utopista scritta anni fa, invece è la realtà che ancora oggi vivono gli abitanti di Marinaleda, piccolo centro andaluso. Qui la crisi non è arrivata ed oggi il comune viene preso come modello di società diversa.
di Andrea Degl'Innocenti - 16 Novembre 2012
Strano che ciò accada proprio nella regione colpita più duramente dalla crisi, l’Andalusia, all’interno di una Spagna vessata da durissime politiche di austerità. Ma tant’è. Marinaleda rappresenta agli occhi di molti una sorta di moderna utopia socialista. Al suo sindaco, l’alcalde Juan Manuel Sánchez Gordillo non manca proprio niente del lìder rivolucionario, quasi più sudamericano che spagnolo: barba folta e grigia, camicia aperta sul petto e pantaloni sdruciti, una passione per la lotta di classe e per i discorsi coinvolgenti.
Per farsi un’idea basta guardare il video qua sotto: il suo giuramento come deputato davanti al parlamento andaluso.
Davanti agli altri deputati, che hanno reazioni che oscillano fra l’attonito e il divertito, Sánchez Gordillo pronuncia il seguente discorso: “Davanti alla legge prometto e mi riprometto di lottare con tutte le mie forze per sovvertire il sistema di produzione capitalistico. Quindi mi dichiaro ribelle alla dittatura del mercato, alle sue ricette e i suoi mandati. Mi impegno anche a combattere con tutte le mie forze per questa nazione senza sovranità che è l'Andalusia. Mi impegno inoltre a dare voce a chi non partecipa al voto in Parlamento come per la strada. Viva l’Andalusia libera!”.
Sánchez Gordillo è una figura storica all’interno del Sindacato dei lavoratori agricoli, il Soc, cuore del Sindacato andaluso dei lavoratori (Sat). Sindaco di Marinaleda lo è diventato dal 1979, nelle prime elezioni libere dopo la dittatura di Franco. Da allora non ha più abbandonato la carica grazie al supporto della popolazione. Mi racconta un amico andaluso che una volta un gruppo di militanti di destra passò per il paese a fare propaganda ma fu cacciato dagli abitanti con tanto di pomodori lanciati addosso.
Come primo provvedimento il nuovo sindaco cambiò il nome di alcune vie, intitolate ai vincitori della guerra civile. Così calle Muñoz Grandes diventa calle Che Guevara, plaza de España diventa plaza del pueblo, quella intitolata a Francisco Franco viene intitolata a Salvador Allende.
Ma la popolaziuone restava perlopiù povera, i contadini senza terra. Iniziò così negli anni Ottanta una lunga lotta dei campesinos per conquistare la terra dei grandi proprietari terrieri. Al grido di “la terra a chi lavora!” molte tenute furono occupate e infine confiscate per essere affidate ai lavoratori. Nel 1991 i 1.200 ettari della tenuta “El Humoso” (Il Fumoso), di proprietà del duca di Infantado, venne ceduta al comune perché fosse assegnata alla popolazione più povera.
Oggi buona parte della popolazione lavora per Cooperativa Humar - Marinaleda SCA, creata dagli stessi lavoratori, per gestire i terreni conquistati dopo anni di lotta. Sul suo sito internet si legge che il suo "obiettivo non è il profitto privato, ma la creazione di posti di lavoro con la vendita di prodotti agricoli sani e di qualità". Tutti possono lavorare nella cooperativa, e tutti percepiscono il medesimo stipendio di 1.200 euro al mese. Così, mentre l’Andalusia ha una disoccupazione che viaggia attorno al 30 per cento, a Marinaleda nessuno è senza lavoro: l’occupazione è del 100 per cento.
E in contrasto con la bolla edilizia che in tutta la Spagna aveva fatto impennare i costi delle case, a Marinaleda un appartamento di 90 metri quadri con terrazzo costava, e costa, 15 euro al mese. Così scriveva El Mundo nel 2007, in piena crescita della bolla: “Mentre la maggior parte degli spagnoli si chiede se gli appartamenti non sono fatti di lingotti d'oro invece che di mattoni, visto che il prezzo medio di una casa - 220.000 € per una di seconda mano - equivale a nove volte uno stipendio annuale, e politici affrontano il problema con l'adozione di misure controverse come l’espropriazione temporanea di appartamenti vuoti per metterli in affitto, in Marinaleda comprare una casa costa 15 euro al mese. Nessun errore di stampa: 15,52 euro per la precisione, considerando i 50 centesimi per la ricevuta bancaria.” Il comune fornisce a chi ha bisogno di un’abitazione il terreno per costruirla e fornisce assistenza e aiuto nella realizzazione.
Recentemente il sindaco Sánchez Gordillo è balzato all’onore della cronaca nazionale ed internazionale per un’azione dimostrativa molto significativa: assieme ad altri 200 rappresentanti sindacali è entrato nel supermercato Mercadona mettendo in atto una espropriazione di alcuni beni alimentari di prima necessità per poi distribuirli alla parte più povera della popolazione.
I detrattori di Marinaleda e del suo sindaco sostengono che un tale modello funziona grazie ai contributi che il comune riceve dal resto dell’Andalusia. I marinaleños rispondono che invece tutto si basa sul lavoro volontario e sulla fiducia reciproca. Ad ogni modo, data la situazione drammatica del resto del paese, e di buona parte dell’Europa, Marinaleda è oggi una sorta di miraggio per molti spagnoli.
Bene, l'Utopia di Marinaleda è in realtà ciò che è naturale accada in un gruppo sociale di persone intelligenti.
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