05 febbraio 2016

NUOVO SCOOP SU SCIASCIA


Questa è la copertina de il venerdì di Repubblica odierno. I giornali, si sa, hanno bisogno di novità per andare avanti e quando queste mancano provano a inventarle! Da una prima lettura di quest'ultimo scoop assicuriamo i nostri lettori che non è stato scoperto nulla di nuovo su Sciascia. FV

Ecco l'articolo: 

I MISTERI DI SCIASCIA


L’eterno trasformismo. La nascita dell’antipolitica. Il cambio di editori. Una meditazione sull’ars moriendi. L’uscita dei "saggi sparsi" rivela gli aspetti più nascosti dello scrittore siciliano
di Piero Melati


ROMA. Zolfo. Piombo. Inchiostro. Di queste tre elementi è fatta l’immaginaria città di Regalpetra. Del primo elemento, scrive Leonardo Sciascia nel 1975, a proposito della sua nativa Racalmuto: «Tutto ne era circonfuso, imbevuto, segnato». L’aria, l’acqua, le strade: «Scricchiolava vetrino sotto i piedi». Ci si friggeva anche il pesce, nello zolfo. Per circa due secoli la Sicilia ne ebbe il monopolio. Era il petrolio dell’epoca. Nel 1834 l’isola contava 196 miniere. Per oltre un secolo, ci morivano i carusi. A salvarli, più che la legge, fu l’avvento dell’energia elettrica. Il secondo elemento di cui è fatta Regalpetra è il piombo. Quando Sciascia nacque (1921) Racalmuto era il Far West: «Una lite per confini o trazzere fa presto a passare dal perito catastale a quello balistico». Poi c’era la mafia. E infine, ricorda il biografo di Sciascia, Matteo Collura, «le campagne erano un brulicare di doppiette», per via della caccia. Lo stesso Sciascia era stato uno sniper: «Con un fuciletto ad aria compressa, a dieci metri, colpivo la capocchia di uno spillo». L’inchiostro, infine. «Ne ricordo anche il sapore. Forse qualche volta l’ho bevuto». Ed è l’inchiostro della scrittura ad aver trasformato la Racalmuto reale in Regalpetra la fantastica, ad aver trasmutato il piombo in zolfo, e poi lo zolfo in oro.

Le parrocchie di Regalpetra, l’esordio che nel 1956 trasformò un comune insegnante in Sciascia, compie sessant’anni. A undici dalla pubblicazione lui spiegò: «È stato detto che nelle Parrocchie sono contenuti tutti i temi che ho poi, in altri libri, variamente svolto. E l’ho detto anch’io. Tutti i miei libri in effetti ne fanno uno». Sciascia, dunque, ha scritto un solo libro, sempre dedicato a quel «gomitolo di vicoli» che dista 16 miglia dal mar africano e 68 da Palermo, che ricapitola tutto l’universo. Lo scrittore, nel ‘79, aggiungerà: «La Sicilia offre la rappresentazione di tanti problemi, di tante contraddizioni, non solo italiani, ma anche europei, al punto da poter costituire la metafora del mondo».

Un anno prima Sciascia aveva ultimato un saggio. Lo aveva titolato Fine del carabiniere a cavallo. Il saggio apre il volume di scritti sparsi che Adelphi (con questo stesso titolo) va a pubblicare. Il curatore dell’opera, Paolo Squillacioti, avverte: «Raccogliere tutto Sciascia è molto difficile. Sono infatti quasi 1.400 gli scritti dispersi». Eppure serviranno tutti per conoscere quell’unica storia che Sciascia per tutta la vita scrisse ed ampliò. In un illuminante ritratto di Alberto Savinio, contenuto in questa raccolta, lo scrittore sottolinea: «Sono riuscito a mettere insieme tutti i suoi libri. Ma tutti
i suoi libri non fanno “tutto Savinio”: bisognerà raccogliere tutti i saggi, gli articoli e rendersi conto che si tratta, dopo Pirandello, del più grande scrittore italiano di questo secolo»...

Continua sul Venerdì del 5 febbraio 2016

 

2 commenti:

  1. Nulla di nuovo sotto il cielo! Di nuovo, per così dire, c' è solo la notizia della prossima pubblicazione del terzo volume dell'opera omnia di Sciascia, edizione Adelphi, che dovrebbe comprendere inediti dello scrittore di Racalmuto. Naturalmente vedremo di che si tratta quando il libro arriverà in libreria. Ma mi pare opportuno ricordare quanto accaduto un anno fa quando, apparsi alcuni articoli giovanili dello scrittore, alcuni si precipitarono a parlare di un fantomatico Sciascia democristiano:http://cesim-marineo.blogspot.it/2014/11/ci-mancava-soltanto-sciascia.html

    RispondiElimina
  2. Ada Loffredo: La raccolta di scritti dispersi che uscira' penso possa essere interessante, o no?

    Francesco Virga: Resto in attesa anch'io di vedere il libro. Ma non mi aspetto le sorprese annunciate anche perchè, nella maggior parte dei casi, si tratta di articoli già pubblicati su giornali e periodici vari - non raccolti nelle precedenti edizioni sciasciane - che io ho già letto nei luoghi in cui videro la loro prima luce.

    RispondiElimina